Recreant +Unbirth

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Sino a qualche anno addietro non riuscivo a assimilare con serenità il concetto di Split album, trovandolo spiacevolmente inadeguato al contesto musicale. Radicalmente parlando, inoltre, non ho mai sopportato la concetualità legata al singolo, e proprio in questi giorni la disputa Emi vs Pink Floyd mi ha fornito elementi di cui gioire, perché anche io, come molti altri, considero l’importanza del full lenght in quanto opera nel suo insieme, che non deve essere deturpata dalla modernità del singolo.

Se è vero che rimango nella mia risolutiva idea del NO single, debbo dirmi ammorbidito sulla struttura split, solo se applicata a gruppi emergenti, che per una questione di costi od organizzazione si vedo costretti ad uscire in concomitanza con altre band, al di sotto di una stessa bandiera, senza la quale forse avremmo avuto maggiori difficoltà nel vedere pubblicato “Aspire to deviance”

Il lato A del disco è affidata ai modenesi Recreant interessante, ma forse ancora aspro progetto Death, che arriva senza troppa convinzione ad un esordio che viaggia in un brutal hardcore non entusiasmante e non troppo originale. Il growl di Detto rimane lontano dalle aree catacombali, tra venature industrial di “Victorious Kind” e le interessanti partiture di “Deviance arises” e “These wall tainted with blood”. L’anello debole della creazione è forse il penalizzante lavoro di post produzione, che attraverso armonizzazioni non proprio perfette, finisce per definire un amalgama confusa che determina una mescolanza di canali non supportati da una necessaria pulizia del suono.

Il lato B, che ospita gli “Unbirth”, appare più convincente, infatti sin dalle prime battute si percepisce una linea di cantato più caratteristica e precisa, che tando sembra dovere al mondo dei cadaveri cannibali, con il suo incedere irragionevole, tra profonde gutturalità e picchi brevi ed improvvisi di screaming.

L’ottima introduttiva “Drops of Therapy” e “Unfed throunghts” rendono il meglio della band, tra andamenti ciclotimici e velocizzazioni destabilizzanti atti ad un incontro raro tra la grindzone ed il brutal, in questo caso arricchito da una quattro corde di ampio respiro che riesce ad emergere dalla tonante sonorità complessiva.

Ora non rimane che attendere il full lenght…

TRACKLIST:

Recreant
1.Perpetuating Obscenity
2. These Walls Tainted With Blood
3. Victorious Kind
4. Deviance Arises
5. Mirroring Into Nothingness

Unbirth
6. Drops Of Therapy
7. Aspire To Nothing
8. Unfed Thoughts
9. Vicious Virtue

SITOWEB:
http://www.myspace.com/recreantgrind
http://www.myspace.com/unbirthproject