Red Hot Chili Peppers – I’m with you, recensione.

Cd Cover

Per molti i Red hot chili peppers sono finiti nel 1991 con Blood sugar sex magik, per altri invece nel 1999 con Californication. Altri ancora hanno amato Dave Navarro e One Hot minute, uno degli album più discussi di tutta la loro discografia. Sta di fatto che Anthony Kiedis e Flea (all’anagrafe Michael Balzary) non hanno mai smesso di stupirci.
Nella loro pluridecennale storia hanno cambiato ben 14 chitarristi (di cui soltanto 4 sono divenuti famosi) e 3 batteristi.
Dal suono sporco, funk e malinconico dei primi tre album marcati Hillel Slovak (chitarra) e Jack Irons (batteria, adesso nei Pearl Jam) si è passati al funk/metal di Mother’s milk con Frusciante che ha rivoluzionato il suono della band traghettandola nel crossover di BSSM, album supermilionario.

Con Dave Navarro e One Hot minute, appunto, si è avuto il crollo di vendite fisiologico che colpirebbe chiunque dopo una pietra miliare come BSSM con i successi di Give it away, Suck my kiss, Under the bridge, ma che in realtà visto col senno di poi è tutt’altro che un album mediocre. Ma la storia era ormai scritta ed ecco che nel 1999 rientra l’ormai unico e vero chitarrista dei Peppers: John Frusciante. Così si susseguono Californication, By the way e Stadium Arcadium, album anche questo assai criticato, ingiustamente aggiungerei.

Quando tutto sembrava essersi sistemato e gli ingranaggi ormai oleati, quando tutti pensavano a una band verso il declino anche con l’amatissimo Frusciante, ecco l’ennesima sorpresa: il secondo addio del chitarrista originario di New York e l’annuncio di Josh Klinghoffer, giovane rampollo della cerchia di estimatori di Frusciante (difatti fu anche il chitarrista d’appoggio nella tourné di Stadium Arcadium).

I’m with you è un album strano, sicuramente innovativo per i Peppers. Difatti a brani di chiaro stampo funk/rock come Monarchy of roses, Factory of faith, Ethiopia, Look around e il singolo apripista The adventures of rain dance Maggie (nel cui video poco originale ma pur sempre accattivante imitano i Beatles e gli U2 suonando sul tetto di una palazzina a Venice Beach), ci si trova sommersi in un continuo groove ballabile e in ballate al piano mai sentite prima.

Da sottolineare la presenza costante dei sinth molto cari al giovane chitarrista.

Nel complesso non è un album omogeneo e non lo si può certo etichettare come l’album più innovativo della band californiana ma di certo è chiara la volontà di mettersi in gioco in un momento della loro carriera in cui qualcosa doveva pur accadere.

Interessante.

Ecco la tracklist:

1. Monarchy of roses
2. Factory of faith
3. Brendan’s death song
4. Ethiopia
5. Annie want’s a baby
6. Look around
7. The adventures of rain dance Maggie
8. Did I let you know
9. Goodbye Hooray
10. Happiness loves company
11. Police station
12. Even You Brutus?
13. Meet me at the corner
14. Dance, dance, dance

DISCOGRAFIA:

1983 THE RED HOT CHILI PEPPERS
1985 FREAKY STYLEY
1987 UMPLIFT MOFO PARTY PLAN
1989 MOTHER’S MILK
1991 BLOOD SUGAR SEX MAGIK
1995 ONE HOT MINUTE
1999 CALIFORNICATION
2002 BYTHE WAY
2006 STADIUM ARCADIUM
2011 I’M WITH YOU

Contatti:
http://www.redhotchilipeppers.com