“Rock Bazar”, Massimo Cotto, recensione

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Bazar. Quale miglior sostantivo avrebbe potuto indicare l’affollato disordine musicale legato al sound del diavolo?

Eccessi e follie… Storie vere e leggende… Tutte le pazzie dei grandi artisti della musica . Così si legge tra le pagine dell’official site di Virgin Radio, habitat naturale in cui ha mosso i primi passi Rock Bazar, creatura narrativa di Massimo Cotto, giornalista, dj e prolifico scrittore. La trasmissione radiofonica, raccontata con passione e trasporto, arriva alle stampe, grazie a Volo Libero Edizioni, raccontando 575 storie (avrei forse preferito 666…). Interposte tra incredibili realtà e leggende dichiarate (o presunte).
Narrazioni bonsai pronte a descrivere il mondo singolare del rock’n’roll attraverso i suoi personaggi.

Un percorso di circa 60 anni che, pur non essendo caratterizzato da particolari soluzioni di continuità, possiede sottili trait d’union, in cui tematiche diversificate si accalcano tra le pagine, mostrando a più riprese aneddoti fragorosi legati a personaggi folli come Ozzy ( alle prese con formiche sniffate e amnesie surreali) e Sid Vicious ( pronto a colare il proprio sangue sulla bistecca di un commensale).

Alle stramberie delle star si aggiungono approcci occulti di una vita sempre e comunque dettata da Sex drugs and rock’n’roll, motto datato che travalica le leggende del raggio blu che avvolse la casa di Elvis alla sua nascita e l’ossessione paranoica di Bowie per gli Ufo, per giungere ad un’analisi ponderata di misteri e giochi “satanici”, che spesso richiamano in causa Anthon LaVey, proprio come accade nella descrizione della cover art di Hotel Califoria .

Alla tematica occulta, sempre inseguendo l’arguzia descrittiva di Ian Dury, si attraversano le fissazioni e le patologie sessuali, che da sempre popolano il mondo del rock. Un sentiero bislacco che partendo dalla più classica delle fellatio, giunge sino alla nudità rituale dei Peppers, attraverso il mondo delle groupie ed i sex pass di Courtney Love.
Non mancano poi stramberie ritualistiche (I 74 asciugamani di Elton John, i petali rosa di BarbraStreisand…), moti di follia (Gilmour che sfonda una vetrina con la Harley…solo per scommessa), né tanto meno riferimenti al mondo degli stati alterati di coscienza, in cui il lettore ritroverà curiosi e divertenti rimandi, proprio come quando Freddie Mercury offrì inconsapevolmente space cake alla marijuana ad alcuni poliziotti, o come quando Anthony Kiedis decise di barattare una chitarra autografata dai Rolling Stones per un dose minuscola di eroina.

Dunque… piccoli racconti imperdibili, riportati attraverso resoconti diretti e fluidi quanto una sceneggiatura filmiche, qui atta a discoprire curiosi retroscena di cover art, degenerazioni sociali e burle surrerali.