Siren “The Row”, recensione

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La Fantasia abbellisce gli oggetti rendendoli gradevoli e spesso artistici.

Guardando la cover art di The row, infatti, la semplicità cromatica e lineare del metropolitano ritratto, restituisce con le sue linee vettoriali e le sue sporcatore un quadro metaforico ben rappresentato dalle tracce. Un vivace approccio artistico che trova il suo apice nel booklet, in cui lo stile Green Day richiama sinergie calligrafiche in grado rimarcare l’attenzione sui passaggi emotivi del disco. Un’opera intensa che di certo non affronta sperimentalismo e originalità, ma si limita a dirigersi verso il cuore degli astanti.

Il disco, registrato a Pesaro, raccoglie a sé l’animosità rock, mescolata a sub-generi diversificati, impiantati su idee chiare e ragionate che vanno oltre all’obiettivo espresso in Mission. L’impianto sonoro proposto, sembra volersi arroccare attorno alla reattività sociale, all’ironia e ad una riuscita opera di songwriting, al servizio di un rock mitigato da sfumature alternative, ahimè affamate di atipicità. Melodie catchy aperte e dirette, che celano uno scheletro espressivo dall’impatto immediato, proprio come dimostra l’opener Swan’s tale, in cui espressioni sinfoniche pongono l’accento sull’unione tra voci divergenti, intarsi delle pelli e brevità marziale, atta a destabilizzare l’ascoltatore, pronto ad entrare nel mondo reale della band con Dr.Saint.

L’andamento blandamente stonerizzato apre ad una linea vocale easy e ad intelaiature strumentali pronte a viaggiare su strutturazioni di facile consumo. Il cadenzato andamento e le stoppane sonore rendono il brano piacevole sin dal primo ascolto, tanto quanto i rimandi kitch e le intuizioni soniche che arrivano a mescolare venature prog e sviluppi alternativi.

Interessanti appaiono poi la funzionale voce filtrata, talvolta alternata ad una narrazione pulita, e l’utilizzo ponderato della batteria, pronta a donare profondità al percorso ondulato di Wave e le sue vibrazioni passatiste. La chitarra, che sembra estrarre memorie dalla Ballata della Trilogia del potere, evolve (infine) verso aperture power pop dai sentori Offspring, per poi orientarsi con Roger Sabbath verso una curiosa libertà danzante. Se poi con Carpet, arriviamo ad uno tra i migliori episodi di questo The Row, solo con battente rock di Spit giungiamo a scoprire le reali potenzialità dei Siren e del loro disco riuscito e tutt’altro che lineare.

TRACKLIST

1. Swan’s Tale
2. Dr.Saint
3. Mission
4. Lonely Dance
5. Track ’92
6. Love Is Gone
7. Wave
8. Roger sabbath
9. Carpet
10. Spit
11. Falling Down