The Zoids “Void Dimension”, recensione

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La scorsa settimana hanno bussato alla mia porta 23 dischi. Li ho sparpagliati sul tavolo e ho scelto di partire proprio da questo Void dimension.

La motivazione?

Semplicemente grazie alla copertina. Una cover art minimale, oscura e metaforica, che probabilmente sarebbe piaciuta ai Ian Curtis.

L’album, nascosto in un elegante digipack, spinge le proprie sonorità partendo da La mia cameretta Records, egida artefice di nove tracce semplici, ermetiche e armoniche, suddivise idealmente in due lati, qui pronti a restituire, sin dai primi ascolti, un’opera figlia alternativa degli anni ’90. Ponendosi tra gradevolezza stilistica (Void Dimension) e ritmiche dirette e giocose (Change), il debut, tra luci ed ombre inquiete, appare pronto a strizzare l’occhio al mondo d’oltremanica (Ex).

La band, con malinconia e accortezza, si avvicina all’introspezione di Waiting Sun e ai colori easy di Time,ideali nel dare spolvero agli spazi poppeggianti di Shine on, pronti a ripercorrere un sound semplice ed aperto, proprio come accade in Show me show me, che va a chiudere l’andatura agile di Time II, bonus track emozionale e viva, posta al servizio di un disco acerbo, ma al contempo piacevole ben bilanciato.

01. Void Dimension – (02:32)
02. Chances – (02:32)
03. Lex – (02:41)
04. Waiting Sun – (04:47)
05. Shine On – (02:35)
06. Show Me Show Me – (02:42)
07. Time – (03:13)
08. Nobody Says – (02:39)
09. Time II – (03:14)