Thomas Mr Thomas’s travelogue fantastic, recensione

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This is a Thomas production …un disco che nasconde un’interessante quadrilatero musicale I cui lati perimetrali sono Automatic, L’altoparlante, la vitale Polyproject Protosound e la sempre affidabile Goodfellas. Quattro realtà musicali per proporre un full lenght eccentrico, capace di allineare rare perle compositive sulla medesima onda; un ensemble di episodi non troppo facili da percepire se poco avvezzi a musicalità alternative. Infatti, dando attento ascolto a quest’opera si ha talvolta l’impressione di trovarsi di fronte ad uno split album, in quanto le improvvise diversificazioni artistiche contenute nel bianco digipack, simulano un approccio positivamente discostante di una band che ha di certo qualcosa di buono da raccontare attraverso le 10 tracce scritte, arrangiate e potenziate dalle molte idee di Zaccone e soci.

L’introduzione lounge di Freakin’ Monster cucina un sapore funky costruito su di una volontà jazz. Sentori retrò con aperture ipnotiche, ci fanno viaggiare su intuizioni seventiees tra vorticosi cambi di direzione che non travolgono ma sorprendono, come l’incipit di Bee Hive , in cui l’aria disco dance alquanto vintage, scrive una linea di cantato arricchita da un semplice chorus, orecchiabile e ben riuscito , proprio come l’uso di F-bass piuttosto presente tra le chitarre in background.

Se poi il rock di 43 sunsets risulta perfetto grazie alla sua aurea filmica proto doorsiana, True Romance appare lievemente sfocata, come il fuori tempo di Rollercoaster con il suo beat anni ’80, senza poi contare i movimenti in cui la band si ritrova in itinere a nascondersi tra sampler e passo funky nel clima (in)festato da dance music demodè di Sunshine , in cui i Thomas ci portano in un epoca diversa dalla nostra, unendo l’estetica ben inquadrata nel minimalismo della cover art. Il plettro corre veloce e sincopato sulla chitarra, anticipando passaggi riusciti e piacevoli, anche per chi (come me) non ama molto questa tipologia di sonorità. In sentiero marcato dal sestetto si ritrova in timbriche motown e steriotipi reverse, passando senza soluzione di continuità a riff rockeggianti e docilità garfunkenliana, che matura ed esplode nelle brillanti idee di Clogged , punta di diamante del disco. La traccia offre infatti una splendida perla nera assastabile tra il lato buono degli U2 e linee Simple mind, tirate su neri e posati sound filmici per una composizione unica che deve molto al souther blues stratificato per l’occasione tra disturbante rumorismo e citazioni mansoniane.

Un disco destabilizzante e coinvolgente che forse non amerete nella sua interezza ma dentro al quale saprete perdervi.

Track List

Freakin’ Monster
Bee Hive
43 sunsets
Rollercoaster
Sunshine
True Romance
Clogged
Monolab
Hey
Santhe