0046Vidharr “Rising from abyss”

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Vidharr

Ascoltando “Rising from abyss”, sorge spontaneo chiedersi se questi cinque ragazzi, nascosti dietro all’arte del corpse paint, siano realmente italiani, visto che il sound che propongono sembra più figlio della Scandinavia anni ottanta. Il rimando è piuttosto liminare, se parliamo dell’ala iniziatrice del Black metal, intesa sotto il vessillo Venom o Hellhammer, ma appare più concreta se riportiamo alla mente i primissimi Bathory. Infatti si manifesta lampante il parallelismo tra il promettente Nuriel ed il compianto Quorthon, soprattutto nell’overture di “Murder in Snow”, che sembra uscita da “Under the sign of the black mark”. Come nel più classico degli stilemi anche la band di Morke e Velnias, iniziatori della band, offre un cantato in scream, cupo ed inquieto, attraverso narrazioni dalle tematiche oscure. Le quattro tracce si snodano tra tenebra e nichilismo basando la linea di cantato sull’uso di timbri alti, mentre la sezione ritmica lascia molto spazio ai rullanti di Fo, sacrificando le linee di basso. La band romana, conferma le proprie fonti di ispirazioni scenico-artistiche attraverso la cover “Carpathian Forest”. L’omaggio al gruppo di Hellcommander Nattefrost, rende l’idea delle potenzialità ottimali dei Vidharr, ma ne svilisce il talento che emerge rabbioso nella convincente “After the war”, un outro dal sapore post, che impreziosisce l’anima nera della band. Insomma con questo self produced, la cui promotion è sapientemente organizzata dalla Kick Agency, ci troviamo di fronte ad una felice realtà che riesce a combattere contro gli ostacoli che il genere black ha sempre trovato in Italia, in cui molti giornalisti finiscono per osteggiare il genere, riducendo tutto alle presunte alterazioni mentali di personaggi come Varg Vikernes.

Come al solito per cercare di conoscere meglio la band riportiamo un ermetica intervista effettuata con Morke:

1. Una delle caratteristiche tipiche delle metal band, dal gore al heavy classico, è quella di curare in modo attento il logo della propria band. Come è nato il work art del vostro nome?

Mørke – ho disegnato un logo… e’ piaciuto agli altri componenti…. Tutto qui

2. Il fatto di avere un logo di non facile lettura non credete possa essere di ostacolo mediatico? In questo caso vale più l’impatto grafico?

Mørke – chi conosce il gruppo sa che quello e’ il nostro logo… non credo sia importante leggere nitido e ben definito il nome.

3. Tra i meandri grafici si celano messaggi subliminali?

Mørke – e’ solo un logo…

4. La vostra band è piuttosto giovane, a vostro avviso cosa vi manca per il salto di qualità?

Mørke – non puntiamo a diventare chissà chi… il gruppo va bene così com’e’.

5. Come nasce l’idea di nascondervi dietro a visi dipinti?

Mørke – il corpse paint e’ parte della scena, non aggiungo altro…

6. Come in Alta Fedeltà fateci la topfive dei brani metal prediletti!

Mørke – siamo a trl?

7. Quale è stato l’ostacolo maggiore che i Vidharr hanno dovuto superare?

Mørke – sicuramente trovare la giusta line-up per suonare con serietà e costanza

8. Perché inserire nel vostro demo “Carpathian forest”?

Mørke – e’ un gruppo che apprezziamo un pò tutti, non c’e’ un motivo particolare.

9. Quando il primo full lenght?

Mørke – probabilmente a fine anno.