Vieux Farka Toure – Vieux Farka Toure

copertina di Vieux Farka Toure

Il debutto di Vieux Farka Toure avviene meno di un anno dopo la morte di suo padre, il leone del deserto Ali Farka Toure, che assieme a Salif Keita è stato protagonista della diffusione mondiale di quell’incredibile patrimonio culturale rappresentato dalla musica del Mali.

Nell’Occidente industrializzato saremmo naturalmente propensi a considerare con sospetto una simile operazione, ma in Africa, dove l’eredità artistica e professionale passa naturalmente di generazione in generazione, ciò appare del tutto normale. Anzi, desta inevitabilmente curiosità.

In effetti Vieux Farka non era destinato alla carriera di musicista. Il vecchio padre voleva per lui un futuro nell’esercito, ma la passione di Vieux lo spinse a “ribellarsi” al volere paterno per iscriversi all’Istituto Nazionale delle Arti di Bamako. In seguito il virtuoso della kora Toumani Diabate si accorse del suo talento, intercesse presso il padre il quale si convinse a lasciarlo fare.

Da un album di debutto che raccoglie l’eredità di un grande ci si aspetta una impostazine tradizionale, una sorta di legame di continuità, percepibile chiaramente nei lavori dell’altro discepolo di Ali, il peul Afel Bocoun. Ciò non accade con Vieux, che invece estende di molto gli orizzonti della musica paterna, producendo un disco fortemente eterogeneo e in qualche modo stupefacente.

Il primo brano si intitola Sangare, ed è un canto di lode. Nonostante l’impostazione armonica tradizionale, nonostante l’anima peul che traspare soprattutto dal flauto di Mamadou Fofana e dalla voce di Seckou Toure, la sezione ritmica guidata da “Petit” Adama Diarra al djembe, già con la Symmetric Orchestra di Toumani, da Mamadou Kone al tama, proveniente dai Bamada di Habib Koite, e da Alou Coulibaly al calabash, già con il padre e con Rokia Traore, e dallo stesso Mamadou fofana al basso, dona al groove una poderosa dominante funk.

Accompagnati da Basekou Kouyate, il virtuoso del liuto bambara, il n’goni, padre e figlio duettano in due brani. Sono le ultime registrazioni di Ali Farka, e in qualche modo rappresentano una investitura. Tabara è un intenso strumentale, mentre Diallo è un blues tirato ed intenso di ben sette minuti, con Vieux alla chitarra ritmica e voce e Ali alla chitarra solista. Anche Toumani Diabate duetta con la sua kora assieme a Vieux in due splendidi brani strumentali, Toure de Niafunke e Diabate, in cui ripercorrono le splendide atmosfere del disco vincitore del Grammy In The Heart of the Moon.

Ma c’è dell’altro, e mi riferisco in particolare ad Ana, un incredibile blues-reggae dalle armonie peul, con un groove poderoso rafforzato da una splendida sezione di fiati, e a Courage, un brano pop in cui viene ospitato Issa Sory Bamba, astro nascente della scena musicale maliana e (credo) figlio del grande Sory Bamba, di etnia dogon e grande innovatore durante gli anni 60 e 70. Il resto è solido sound songhai e peul come quello del padre, con tanto di violino a una corda, flauto e calabash.

Stiamo parlando dunque di un album che solo formalmente è un debutto. Musicalmente è invece il frutto di un artista maturo che trae linfa da una tradizione rigogliosa, nella quale è perfettamente inserito, e dalla sua insolita curiosità per le nuove frontiere della contaminazione. Vieux è accompagnato da molti fuoriclasse che non si limitano a fare da comparse, ma partecipano con entusiasmo, anche per merito della devozione di cui il vecchio Ali Farka godeva ovunque nella sua terra.

Brani:

1. Sangare
2. Dounia
3. Tabara
4. Ana
5. Ma Hine Cocore
6. Toure De Niafunke
7. Diallo
8. Wosoubour
9. Courage
10. Diabate