Willie Nelson – American Classics. recensione

Cd cover

Può un uomo donare ancora molto? Si dice che l’energia umana tenda ad esplodere anche nell’ultimo istante di vita. Non esistono momenti o fasce d’età che non permettano questo fenomeno, ma semplicemente un calcolo matematico del tempo che indica inesorabile quanto rimane per comunicare ancora qualcosa. Il country è la patria delle grandi storie che ci hanno regalato i paesaggi delle terre selvaggi, mostrandosi, in alcuni ambiti, come una radice di un determinato tipo di rock che prendeva in prestito la moralità e gli ideali di quegli uomini che, anche in condizioni disperate, avevano il cuore di andare avanti. Un fatto che mette in risalto qualcosa di forte, vivo, reale: i sinonimi dello spirito che s’incarna nella condizione di uomo libero oltre ogni confine, ovvero tutti gli aggettivi dell’immortale Willie Nelson.

Molti sono stati i successi che hanno reso famosa la sua figura, ma principalmente viene ricordato per le sue grandi interpretazioni di altri brani in cui non è solo la chitarra a parlare, ma il cuore di un uomo che ha votato la sua intera vita alla musica che meglio lo identifica. Willie, oltretutto, è stato anche creatore di grandiosi inediti che hanno saputo ispirare anche Elvis (“Ain’t Funny How Time Slips Away”) e che chiunque conosca il country sa di certo che quel brano costituisce una sorta di credo inconfondibile con quattro note inconfondibili. Da qui si passa alla più “recente” “On The Road Again” che costituisce, invece, la trasposizione di un elemento fondamentale per i cantanti della sua generazione: il continuo viaggiare verso nuovi luoghi portando un messaggio di amore, pace e di verità attraverso storie qualsiasi, il tutto attraverso la musica.

Al giorno d’oggi Willie Nelson non è molto conosciuto, ma sa come farsi notare dal suo pubblico che mai l’ha abbandonato i tanti anni di fedeltà. Infatti giunge al 2009 proponendo una cosa non nuova, ovvero un album di cover: “American Classics”. Fin qui si configura come un progetto di dodici canzoni senza alcun inedito, una cosa non nuova per il cantante americano, ma, dopo tanti anni, finalmente Willie ha deciso di regalarci un disco completamente permeato di un genere che, in tanti anni, aveva solo sfiorato: il jazz. Una combinazione di chitarra acustica unita a contrabbassi intimistici e alla voce delicata di un cantastorie per riportare alla memoria brani ormai persi nel tempo, ma che costituiscono sempre l’immortalità di cui è nota la musica.

Trattando proprio di questo è possibile ricollegarci immediatamente con la canzone che sembra essere, anche se messa all’ultima posizione, come la parte centrale dell’album poiché la curiosità dei fan pi attempati spingerà ad andare diretti verso “Always On My Mind”: la ballata di Johnny Cristopher, Mark James e Wayne Carson Thompson che si configura come un vero e proprio sospiro, quasi a rendere la reale idea di come il brano dovesse essere. Un po’ rallentata, ma sempre un ballade indimenticabile ricca di poesia. All’apertura, invece, troviamo una canzone composta da Glenn Miller: “The Nearness Of You” che c’introduce immediatamente nel mondo jazzistico dell’album fio a sfiorare il blues con “Come Rain Or Come Shine”, ma poi il tutto torna al suo posto grazie alla presenza di Diana Krall per il brano “If I Had You”. Esistono, comunque, lungo il percorso delle varianti interessanti che vengono messe in evidenza dalla presenza massiccia del sax (“Because Of You”) o dell’armonica (“Angel Eyes”) fino ad arrivare a toccare il musical con “On The Street Where You Live” (nota canzone del musical “My Fair Lady”) che, invece, ci avvicina anche all’atmosfera soul grazie all’incantevole Norah Jones con il brano natalizi di Frank Loesser: “Baby It’s Cold Outiside” o lo swing con “Fly Me To The Moon”.

Willie Nelson ha ancora molto da far vedere ai suoi fans e per l’occasione di “American Classics”, come nel lavoro passato “Stardust” (l’album più famoso e completo della sua poetica), ha deciso di scegliere le canzoni che più gli piacevano per condividerle con chi amava.

Un progetto completo e innovativo allo stesso tempo.