C.Knowles “Storia segreta del Rock”, recensione

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Storia Segreta del rock è il libro che non ti aspetti.
(Perdonate l’incipit banale e la mia frase ordinaria…ma a dispetto della mia faciloneria, posso affermare senza troppi dubbi, che in questo caso la semplicità sia il modo più diretto per rendere bene un’idea complessa)

…Dicevo, Storia Segreta del rock è il libro che non ti aspetti; infatti, nonostante il chiarificatore sottotitolo Le misteriose origini della musica moderna , solo inoltrandoci nelle righe dei propri capitoli, ci si rende conto che, quello che il poliedrico Christopher Knowles tenta di raccontare è un quadro storiografico della musica Rock, lontano però dall’usualità scrittoria che si è soliti utilizzare per narrare il genere che rese celebre Elvis e Rolling Stones.

L’approccio dell’autore travalica e attraversa un attento sguardo antropologico, applicando il focus sull’impronta filosofica che da sempre si cela dietro ai movimenti musicali, qualunque essi siano.

Il libro parte da un preciso punto iniziatico, definito attorno alla concezione che, per capire davvero il rock’n’roll inteso a trecentosessanta gradi, sia necessario muoversi dalla preistoria della civiltà umana e da quel mondo leggendario che raccoglie miti ed epopee del nostro passato.
La teoria di Knowles affonda le sue fondamenta proprio nella storia, trascorrendo buona parte delle 250 pagine in giro per il mondo passato, tra l’Egitto di Osiride, il travestitismo di Eliogabalo e i Cabeiri, in un percorso autentico che, passo dopo passo, ci trascina sino al pensiero di Aleister Crowley. Un viaggio veloce e ponderato che non lascia nulla nell’oblio, riuscendo a togliere dalla polvere ciò che raramente si legge nei libri.

Proprio da questo intento l’autore ha inizio un originale parallelismo, a dire il vero solo a tratti forzoso, che viene definito dalla seconda sezione del libro, dedicata ad un gustoso excursus musicale, che riprende le Religioni Misteriche, per regalare un punto di vista diverso sulla mitologia del Sex Drug & rock’n’roll.

I Capitoli raccontano di come alcuni generi e sottogeneri siano divenuti culti assomiglianti agli antichi Dei, attraverso simmetrie che inducono a riprendere la liturgia mitraica ad esempio osservando la cover art di In death Of Steve Sylvester, piuttosto che ritrovare nel Black metal aspetti filosofico-religiosi dell’imperatore Diocleziano.
Inoltre, nella lettura interessata di questo libro, finalmente si riuscirà a percepire le vere ragioni e le reali radici del perché e del percome spesso termini quali baccanale e dionisiaco siano spesso accostati al mondo rock. L’autore riesce infatti con semplicità a racchiudere in macrocategorie i principali artisti del dopoguerra, mescolando in un iter narrativo le nuove Eleusine con gli orfeici Nick Drake e Ian Curtis, spesso accostati a sentimenti oscurantisti medioevali, non dimenticando infine animali da party, estremismi Throbbing e androginia Gender Bender.

Insomma un opera che esula dall’intenzione di completezza, ma che attraverso punk, psichedelia, dark e metal raccoglie una serie di micro-narrazioni che spesso appaiono storici deja-vu, nuclei comportamentali di una realtà che si ripete e si ritrova dietro di noi.