Intervista a Max Gazzè

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Genova venerdì 17 settembre 2004, sfidando l’infausto giorno…. Max Gazzè Mi concede un intervista in qualità di inviato di music-on-tnt.

1. Cosa significa per te il tora tora festival e in generale quanta importanza dai alla dimensione live?

Il tora tora festival e la dimensione live, coincidono perfettamente in riferimento a quello che per me è il gusto di suonare davanti al pubblico. Sono occasioni diverse, ma simili, per esprime con energia la mia musica, all’interno di un contesto ben palpabile. Il tora tora rappresenta il senso del suonare dal vivo, che per me altro non è che pane quotidiano. Difatti realizzo musica, proprio per poi suonare sul palco; senza dubbio è da considerarsi incantevole stare a casa a comporre, sperimentare e rendersi conto che tal volta creare è come dipingere un quadro, ma solo il concerto e il contatto diretto con il pubblico, rappresentano la vera espressione di questa creatività.. È difficile quantificare il livello emotivo che si raggiunge dando sfogo alla propria creatività,… insomma, senza troppi giri di parole il live per me è qualcosa di necessario, e non escludo che potrai vedermi anche a 90 anni, …se ci arrivo…. , a cantare e suonare sul palco.

2. Cosa ti ha dato l’esperienza di Bruxelles?

Mi sono reso conto, che un’esperienza all’estero, riesce a dare qualcosa in più a chi la vive, sia dal punto di vista culturale che artistico. È di certo un privilegio, una condizione particolare che ti da l’opportunità di imparare l’esistenza di chi la pensa diversamente da te, sia dal punto di vista intellettuale che comportamentale. Apparirò forse critico, ma attraverso un’esperienza come la mia, ci si rende conto di come in paesi come Francia, Germania e Regno Unito, esiste una forma di curiosità che per noi italiani sembra scomparsa. In queste nazioni la gente assiste ai concerti perchè curiosa di conoscere e provare nuovi sound. Tutto ciò non accade in Italia, dove si è perso questa usanza, infatti tendiamo ad andare a vedere il concerto dell’artista che già conosciamo. L’aspetto culturale è quindi molto carente rispetto agli altri paesi.
Senza dubbio, alla luce delle mie esperienze, il “Tora” è da considerarsi come una grande isola di internazionalità, nel senso che, sembra uscire dal contesto italiano tipico. Un esempio di tipicità è il festival di SanRemo, che sta diventando sempre più una “parruccata“ televisiva, più che un contesto dove si riesce a fare della musica. Per cui mi auguro che possano avvenire dei cambiamenti subitanei, in modo da creare qualcosa di valido e significativo dal punto di vista musicale.

L’esperienza all’estero è stata comunque importante e formativi, sono in pratica cresciuto in belgio dove ho iniziato a suonare nell’84 anche in gruppi punk e acid jazz. Sicuramente sono riuscito a maturare la conoscenza dell’altro suonando con gruppi inglesi, francesi e addirittura con un gruppo di Teheran, facendo una turnè nelle comunità persiane in Inghilterra, Scandinavia, Olanda. Inoltre mescolando svariati generi musicali ora mi ritrovo a far musica arricchito da quella esperienza.

3. L’album e la turnè…quali sono i tuoi pensieri?

L’album “un giorno nuovo” è nato grazie alla collaborazione dei ragazzi con chi suono. Tutti noi sapevamo di poter sfruttare una grande energia e un buon affiatamento, nonostante i dubbi iniziali. Siamo sicuramente soddisfatti del successo e dei tanti concerti portati a termine, nonostante il periodo critico per la musica italiana. Basti pensare alla mancanza di fondi che hanno provocato l’annullamento di alcuni importanti festival musicali. Per quanto riguarda la vendita dei dischi sarò sincero, non sono molto informato, solitamente me ne accorgo da come la casa discografica si comporta con me.

4. Perché secondo te oggi ci ritroviamo a parlare di una discografia in crisi?

Forse per quanto riguarda il mercato in crisi, tal volta ho pensato che forse, si sarebbe potuto affrontare meglio l’annosa questione del prezzo del cd. Ad esempio, iniziare a seguire una non-logica di mercato, evitando così di aumentare la spesa. È di certo un problema sociale, che pone in crisi anche chi lavora nel mercato discografico. Forse manca una coordinazione governativa mirata a ridurre i costi dell’I.V.A e a dare un valore aggiunto al cd, abbassandone il prezzo. Talvolta mi sembra che ci sia un nuovo meccanismo che tende a remare contro, forse a favore di una futura vendita on-line,….. c’è qualcosa di poco chiaro.

5. Cosa pensi di internet, degli mp3 e dei download?

Il download è un problema culturale. Non posso essere a favore. Se compro un paio di scarpe le pago, se compro un biglietto da stadio lo pago..mi chiedo perché, per la musica dovrebbe essere diversamente. La gente deve rendersi conto che, se si ama la musica si deve iniziare a rispettarla. Purtroppo in Italia, la pirateria organizzata è un grosso problema…io comunque sto pensando di realizzare con Photoshop degli euro falsi da 50 per rivenderli a 10..(risata).. santo cielo …se facessi davvero così mi arresterebbero… e allora perché la pirateria riesce a sopravvivere…se in Spagna o Francia sono riusciti a sconfiggere la questione, qui in Italia c’è sempre chi dice che la musica è di tutti e che dovrebbe essere gratis come bene comune. La soluzione sta nel mezzo, oggi dobbiamo sforzarci tutti per incontrarci a metà strada e questo è un discorso che vale sia l’acquirente sia il discografico.

6. Ritornando al concetto di musica come quadro dipinto, emerso prima, al di là del tuo baffo….non ti senti u po’ un Salvador Dalì della musica?

Amo particolarmente surrealismo, dadaismo, pop-art ho un grande amore per la pittura e per quello che è l’espressione della pittura. Per me creare un quadro, dare dei colori, un senso un equilibrio è una gratificazione enorme. Lo stesso vale per la creazione della musica nei suo arrangiamenti che fungono da colori, da ingredienti che fanno parte di una armonia ma che vanno anche oltre ad essa;infatti mi ritrovo ad amare una non armonia… esempio uno dei mie accostamenti preferiti nel dipingere è rosso con arancione e la scelta di un accostamento di materiali diversi che mi accattiva e mi attrae come mischiare oli e acrilici.
L’accostamento con Dalì è forse possibile per l’amore per la creatività che anche io ho maturato rendendomi conto che solo sentendoti un capolavoro puoi arrivare a fare un capolavoro.

7. Quale consigli ti senti di dare a chi vuole intraprendere la carriera di musicista?

Il consiglio che posso dare a chi fa musica è quello di trovare stimoli e grinta, utilizzando sempre come arma vincente la voglia di fare bene. Solo suonando con passione e voglia si può affrontare un percorso così difficile come quello della musica. Solo così si possono superare gli ostacoli.

Così dopo una dirtene divagazione sull’arte dell’analogico Max si appresta a salire sul palco per chiudere la seconda giornata del Tora Tora Festival…posa per una foto ricordo e saluta.