Negrita

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La GRANDI EVENTI ha dato modo, in questi giorni di inizio settembre, di poter assistere a live di grandi artisti del calibro di Francesco Guccini, Piero Pelù, Cristina Donà, The Animals, Paul Young e molti altri. Per chiudere degnamente una lunga serie di appuntamenti musicali di alta qualità, l’organizzazione ha deciso di affidare ai Negrita la serata conclusiva della rinnovata Festa dell’Unità, allestita in Genova presso l’area Fiera del Mare.

La band aretina, sulle scene da quasi dieci anni, ha regalato al proprio pubblico un concerto di due intense ore, percorrendo quel sottile filo che da “Negrita” giunge sino all’ultima fatica “Ehi Negrita”, attraverso calcolate pause nel mondo di “XXX”, “Reset” e “Radio Zombie”. Un lungo viaggio musicale che cerca di scaldare il pubblico genovese, piuttosto numeroso e chiassoso.

Lo show è battezzato dalle note di “My way” e dal travolgente funky blues di “Cambio” che spopolo’ nelle radio italiane nel 1994, lanciando definitivamente il gruppo toscano nelle charts nazionali, con una canzone dura e nello stesso tempo ricca di innovazione. Pau, frontman dei Negrita, inizia da subito a dimostrarsi un vero e prorio “animale da palco”, palesando una certa esperienza di gestione per un live che riesce immediatamente a regalare buone vibrazioni agli spettatori presenti, attraverso le note rollingstoniane del “Viaggio cosmico” raccontato dalle parole ermetiche dell’autore.

Con la prima ballata dello show “Qui non è Hollywood”, la band porta nuove e nostalgiche partiture musicali sotto la tensostruttutura che ospita il concerto, mentre i primi accendini iniziano a levarsi al cielo settembrino, come a voler creare una sorta di coreografia al sound di una delle più curate canzoni del gruppo . I Negrita dimostrano senza fatica una sapiente capacità di alternare sonorità di puro rock and roll ( “Militare” e “In ogni atomo”) con un sound acustico malinconico e meditativo (“Ho imparato a sognare”).

Il tempo trascorre veloce tra le perfette note dei musicisti che raccontano intellettuali visioni letterarie con “Hemingway” e il blues rock di “Negativo”, rappresentata in una long version infarcita di virtuosismi e freestyle musicali, che sorprende e conquista i fans. Il pubblico ammaliato dal ritmo incalzante dello spettacolo si ritrova a cantare le prime strofe della bella e trasgressiva “Sex”, e di “Mama maè” resa celebre dal film di Aldo Giovanni e Giacomo.

Come di consueto la parte finale del concerto è affidata a “Ehi negrita”, un funkytrash che nella sua versione on stage si amalgama al giro di basso di “Give it away” dei Peppers cantata a sorpresa dal chitarrista Drigo.

Il live termina così con la presentazione dei bravi musicanti…..anzi no!….. ecco quello che non ti aspetti: Pau incitando il pubblico al ballo sfrenato chiude la serata con la positività di uno dei migliori brani del gruppo “A modo mio”, che lascia dietro di se una scia di adrenalina che i Negrita riescono a trasmettere con le loro apprezzabili performance.

Oggi quindi è inevitabile dire grazie a Fabrizio Barbacci, che forse non tutti sanno essere, oltrechè produttore di Luciano Ligabue, anche colui che, nel ormai lontano 1994, decise di lanciare il gruppo toscano nel mondo dello show business. Come primo produttore ottenne un contratto con la Black-Out, la casa discografica che fino al 1999 ha prodotto i dischi della band che ancora oggi riesce sia dal vivo sia attraverso i suoi dischi a fare capire come è possibile anche in Italia vivere di buon Rock and roll.