S.O.S. – Save Our Souls: il rock esistenziale

L’amore. La passione. Quel treno che passa, la rinuncia o la svolta. La decisione prima di tutto. E poi le chitarre elettriche, quel filo di elettronica che manteca e arricchisce, la voce che un poco rimanda a certe sfumature alla Negrita, quell’acido elettrico che mi ricorda l’anarchico pop di “Monster” e poi quel gusto di gestire i pad che rimanda ovviamente alle industriali scelte americane. Tornano Bruco e compagni, tornano i SAVE OUR SOULS con “Esse o Esse” il nuovo Lp pubblicato da IAD Records lo scorso mese di Giugno. Ed è storia di oggi il nuovo video ufficiale del primo estratto dal titolo “Venere Acida” che da subito si configura come il brano di riferimento di questo lavoro. Pieno e indimenticabile lo stile pop-rock dei nostri, anche nella stesura del video… un cliché che ha fatto e sempre farà scuola.

Torna il rock di Bruco e compagni. Ad oggi quale altra metamorfosi ha vissuto la formazione della band?
Diciamo che ha trovato un punto di equilibrio anche grazie al recente lavoro in studio. Gli anni tra il ’90 e 2000 sono stati caratterizzati da un’intensa attività live che ha portato a diversi cambi nella formazione, oggi siamo concentrati sulla scrittura, ci siamo dati degli obiettivi precisi ma siamo sempre curiosi e affamati di musica.

In radio e in rete con “Venere acida”: un rapporto di amore e odio con la musica… un bel doppio senso di vita quotidiana…
Quando inizi a scrivere canzoni lo fai per te stesso e non ti interessa molto altro perchè sei convinto che sia qualcosa di speciale e di unico. Poi c’è il confronto con il pubblico e la dinamica si complica perchè magari quello che consideri meno interessante è invece molto apprezzato creando un conflitto interiore incredibile e difficile da gestire. Anche l’attività live è micidiale perchè arrivi sul palco carico di energia, vivi e consumi emozioni nel giro di poche ore per ritrovarti alla fine immerso nel silenzio e solo con te stesso. Fare il lavoro che ti piace, essere se stessi e vivere il presente è una sfida con se stessi e con una società che ti vuole sotto controllo e pronto al compromesso o alla mediazione. Avere una passione da ragazzi è importante che sia la musica, il teatro, lo sport, leggere libri o fumetti .. certo se poi capisci che ti piacerebbe che fosse la tua vita, il tuo lavoro sarà un rapporto di amore e odio continuo alla ricerca del giusto equilibrio.

C’è dell’alchemico nello storico simbolo degli S.O.S. o sbaglio? E anche questo titolo: “Esse o esse” è un gran bel gioco di parole shakespeariane…
Bella domanda, andrebbe fatta a Francesca Locatelli che un giorno diversi anni fa (anni ’90) si presentata in sala prove con un foglio stampato con una stampante ad aghi che riproduceva il simbolo S.O.S. (diventato ufficiale) che a noi ricordava qualcosa di tribale e molto rock/metal e che abbiamo deciso di adottare subito al posto di quello dei primi manifesti che richiamava un pò quello dei Sigue Sigue Sputnik. Il titolo dell’ultimo album per noi indica il reboot, la ripartenza da quello siamo (diventati), dalla nostra voglia di fare musica e di stare insieme.

Parliamo di elettronica? Perché ormai è una costante… costante che però voi in qualche modo sviate e non prendete mai in considerazione in modo imperante. Come mai?
Ci piace l’elettronica ma per ora non la consideriamo funzionale a quello che vogliamo trasmettere. Passiamo molto tempo a provare e sperimentare insieme nella nostra sala/studio perchè è così che ci piace far nascere i brani, perchè è così che siamo cresciuti musicalmente da ragazzi suonando con quelli più grandi e più bravi di noi. Certo oggi molto viene fatto da un bravo conoscitore di librerie musicali e di plug in al computer così come molti suonano dal vivo con basi audio (a volte in modo esagerato) sono scelte a volte stilistiche a volte solo perchè di moda.

A chiudere: dal vivo? Che vita sta accadendo per la vostra carriera?
Abbiamo fatto alcune date di promozione ma al momento vogliamo concentrarci su nuovi brani e dedicare il 2020 ai concerti dal vivo. Certo è stato emozionante ritrovare alcuni fan accompagnati dai figli che ti chiedono l’autografo sul vinile. Ci piacerebbe realizzare un concept album e sicuramente ripetere l’esperienza in Cina o cmq riuscire a portare in modo costante la nostra musica anche fuori dall’Italia.