Zakk Wylde e Eric Hendrikx “Il metal spiegato ai bambini”, recensione

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Folle! Un libro folle e fuori da ogni logica narrativa, un collage di ricordi che, come si legge nelle avvertenze iniziali, è stato sviluppato, scritto e proposto nella più completa e totale idiozia degli autori. Un viaggio che, tra tour bus e sale di incisione, offre una grottesca e corposa dose di aneddoti fuori linea, (forse romanzati… forse no, ma di certo) cibo saporito per chi è alla ricerca di un libro cripto adolescenziale, diretto, volgare e folcloristico, scritto con cognizione di causa da Eric Hendrikx e il berzerker dalla barba improbabile.

Le circa 300 pagine pubblicate da Tsunami Editore non perseguono l’intento di raccontare Jeffrey Phillip Wielandt, quanto il mondo che lo circonda. Scopriremo, infatti, il rapporto con la sua carceriera, con il mitologico Ozzy e i suoi compagni di avventura, attraverso un brainstorming continuo, che parte sapendo di non poter contribuire ad un continuum narrativo rettilineo. Infatti i capitoli si susseguono senza soluzione di continuità dalla filosofia del Get it Fucking Done, alle regole basilari per il vero rockers. Un racconto tra il serio ed il faceto che fa emergere alcuni lati dell’uomo che rimane bambino e che avrà da qui all’eternità problemi di comunicazione con la concretezza delle donne. Per riconoscerci nel personaggio narrante vi basterà godere del capitolo dedicato alla Latrina di Pazuzu, in cui Zakk si racconta ai margini della genesi relativa al suo home-studio e di come è nata la passione filmica per Regan Mcneil.

Non mancheranno le risate nel leggere i consigli per gli esordienti, oppure nell’affrontare stupiti lo stordimento di Ozzy Osburne che, dopo aver cantato per 30 anni Mr. Crowley, non riconosce lo stesso in fotografia. Le pagine, scandite dall’onnipresente Skully, ospitano poi testimonianze guest star, un imperdibile corso di sopravvivenza per moshpit ed una corposa quantità di fotografie (ahimè senza didascalie!) che si uniscono all’inserto centrale a colori .

Dunque non abbiate timore nell’entrare in The complete Berzerker’s guide to the world tour damnation, perché il libro suona come una corsa continua di un passato vivo e vicino, da cui Zakk è uscito parzialmente ripulito, ma assolutamente fedele alla linea della Black Label Society.