Antipathic “Humanimals”, recensione

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La guerra dei mondi è iniziata. Iper-tecnologiche macchine hanno invaso il nostro pianeta devastando, massacrando e umiliando la razza umana, trasformandola in un’orrorifica sincrasi tra uomo e animale. Un viaggio che parte proprio dall’ottima cover art di Dian Triarmako che, anche nella sua back cover, mostra un habitat distopico dove vivono gli alter ego dei due Deus ex macchina: Giuseppe Tatangelo (voce e basso) e Chris Kuhn (chitarre e pelli).

Licenziato dalla sempre attenta Despise The Sun Record, l’esordio degli Antipathic (monicker che, ahimè, in italiano non suona così brutale come dovrebbe ), propone 12 tracce in cui il tema post-apocalittico si palesa come trait d’union, anche in riferimento al precedente EP. Il Combo brutal offre, come da attese, un sentiero in cui trovano posto slam, death e persino sentori vintage, in cui l’old school si percepisce ai confini di composizioni rapide, in grado di donare linfa vitale ai compositi suoni dell’album.

A dare battesimo al disco è la strumentale Binary Extraction, classica introduzione fantahorror in grado di immettere l’ascoltatore all’interno di un mondo perduto, pronto a esplodere in maniera inevitabile con Digital Damnation , in cui la gutturale e dicotomica vocalità di Tatangelo si lega strutture sonore piacevolmente vicine a rallentamenti profondi ed oscuri. Infatti, già attraverso i sentori di Integers si percepiscono intuizioni Cannibal, qui portate alle estremità slamming, rese avvolgenti da riffing corposi e da alcuni silenzi ragionati, che acquisiscono maggiormente la violenza espressiva celata dalle partiture. Il mood inhale trova poi continuità nell’attacco sociale narrato da Industrial Exorcism , da cui, ancora una volta, emergono idee contenutistiche ed ardore emozionale.

La scenografia espositiva viene poi dipinta dalle atmosfere H.G.Well di Singularity , grazie a giochi balance , inquietudine e tracce robotiche, pronte ad aprire la via verso Failure Nodes , in cui ritroviamo sensazioni armoniche in stile Six feet under.

Nonostante poi finestre sonore di più facile approccio è sempre la brutalità gutturale a trainarci in un mondo “Comatose”, pronto a oscuri rallentamenti doomatici ( Abdication Through Transcendence ), in grado di definire una sorta di dissociazione emotiva in cui perdersi. Una destabilizzazione continuativa che alimentata dalla durata pseudo-grind dei brani, ci porta a godere appieno di un disco che, come dimostra Iscariot prima e Synesthesia dopo, non teme i confronti, né tanto meno l’affollato mercato, anche perché gli Antipathic sembrano portare con sé una qualità sui generis davvero rara, in grado di raccontare gli estremismi del metal attraverso sviluppi sonori e narrativi variegati, che mai…e dico mai… annoiano.
Quindi nessun dubbio: questa è musica da ascoltare con il booklet in mano, quindi non osate utilizzare i freddi mp3!

1 Binary Extraction
2 Digital Damnation
3 Integers
4 Industrial Exorcism
5 Singularity
6 Failure Nodes
7 Abdication Through Transcendence
8 Iscariot
9 Synesthesia
10 Neurotoxic Paralysis
11 Inorganic Repopulation
12 Cognitive Dissonance