“Cured” Lol Tolhurst_Tsunami Edizioni

I The Cure rappresentano la mia più convinta convinzione che esista per davvero un tempo ragionevole per il tutto. Infatti, quando ascoltai per la prima volta la band di Crawley ne fui annoiato. Ascoltare Seventeen Seconds, in quel periodo carico di riff punk e heavy luciferino, mi apparve borioso e tediante, ma avevo 14 anni e non ero pronto a quel tipo di sonorità. Da allora sono passati tanti anni, tanti live e tanti dischi e oggi quel mio personale gran rifiuto si è trasformato in adorazione intimista.

Il fagocitante ed inquieto mondo di Pornography e l’onirico contorno di Disintegration, oggi mi appaiono più che mai artisticamente inarrivabili, così come i primi capitoli della trilogia oscura. A poche ore dal ritorno di Robert Smith in Italia, atteso con i suoi The Cure al Firenze Rock Festival, mi ritrovo a parlare di un “romanzo verista”, in cui lo storico batterista al Lol Tolhurst ci racconta in maniera soggettiva la storia di due immaginary boy attraverso un percorso amicale, cronologico, lineare e inevitabilmente costellato da eventi cardine che hanno portato al successo una delle più iconiche band del mondo New Wave. Cured, edito da Tsunami Edizioni, ci invita tra le piovose campagne di Gatwick, location ideale per alimentare l’intrinseca oscurità di due adolescenti pronti a sfidare benpensanti, National Front, punk, omofobi e direttori artistici… nell’ indomito tentativo di arrivare, a prescindere da eventi e soggetti protagonisti.

 

Così, tra le 300 pagine del libro avrete modo di percorrere l’andamento gaussiano definito da un modulata ascesa al successo, disegnata da idee chiare e libere (dal mainstream) in grado di portare la band verso il climax del tracciato, definendo come apice perfetto la creatività “pornografica” del 1982, data coincidente con l’inevitabile morte dei the Cure più dark.

 

 

Il viaggio narrato da Tolhurst, giocando con l’ironia, si sviluppa in maniera poliedrica, mostrando i diversi lati di un dado in movimento. Da esso scoprirete non solo la nascita fortuita del monicker e le motivazione dell’orrore grafico legato alla cover art di debutto, ma avrete anche la possibilità di calcare i primi angusti palchi londinesi, tra punk e naziskin, vivere i pugni e litigi tra i membri, scoprire le emozioni, le dinamiche di un’amicizia senza tempo e i pensieri di protagonisti pronti a percorrere in maniera osservativa un percorso che per l’autore si è tradotto in un delirante e pericoloso baratro, visto e vissuto in questa anomala biografia incentrata, proprio come in un romanzo reale, sull’evoluzione artistica e identitaria di una band in grado di fungere da faro per molti