Mantra ATSMM “Ghost dance”, recensione

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Adriana Salomone, Davide Famularo, Maurizio Oliviero, Salvio Sibillo sono i quattro angoli dei The Mantra Atsmm, acronimo poetico di Above the spotless melt moon, quartetto partenopeo da poco uscito con Ghost dance, lincenziato dalla indiealtlabel Rarenoiserecords.

La band, partita dalla Arghh! Records, si è fatta strada nel mondo indie, anche grazie allo splendido split vinilico, realizzato in collaborazione con i mitologici God is an Astronaut. Infatti proprio dopo il convincente Ep Rooms, l’evolversi crescente del combo è presto giunto al rotoscope di Septembers, arrivando in seguito a definire l’ost di The guardian angel. Oggi finalmente i quattro ragazzi tornano con l’attesa new release, già uscita in edizione prenatalizia in quelle lande d’oltreoceano che hanno già imparato a conoscerli.

Il nuovo disco offre un viaggio in unici capitoli, volti ad un mondo alternativo dal sapore di rock contemporaneo, che riesce a masticare con facilità note ben calibrate ed attente. A mettere in pratica l’arte musicale dei Atsmm ci pensa il brevissimo intro, in cui entriamo in punta di piedi tra le note di Heads or tails, da cui si percepiscono lontane magiche note, raccontate dalla voce biorkiana di Adriana Salamone, capace di amalgamarsi alle partiture indie proposte dalla band. L’ottimo lavoro della sezione ritmica si unisce al suono delle chitarre ben regolate, nonostante l’invasiva aurea sintetica dell’outro che, con sorpresa, lascia il posto alla tradizione linguistica della band. Il ponte idiomatico ci trascina verso la morte di Baby Chicco, da cui fuoriescono linee di cantato incantevoli e tracce d’elettronica mescolate alla distorsione chitarristica. Appare poi alquanto caratterizzante il continuum sonoro, tra piccoli bridge interposti alle tracce che permettono l’ascoltatore di viaggiare senza soste nei mondi Air di The wolf, con i suoi fiumi d’emozioni accorte e ottimizzate verso accenni post rock. Sound ben calcolato, anche se talvolta vittima di passaggi meno a fuoco, come accade con tra le eco e le divergenze di Trieste.

Una delicata e diluita armonia attraversa poi Blue army, per condurci alle fascinose costellazioni , che superano la malinconica Harlequin, per offrirci una piacevole ritmica easy, incentrata su accordi semplici, separati dai tasti bianchi e neri, avvolti in una trainate forma di arrangiamento capace di evidenziare le singole note.

Insomma un disco che ben definisce i tempi musicali attraverso diversificati influssi, a proprio agio anche nelle altroniche sensazioni Slow motion e nelle edulcorazioni magiche tipiche di Fast Foward, intratestualmente capace di proiettarci su di un canale musicale che ancora si sta per sviluppare, ma che ha già trovato solide basi per il proprio tuffo in avanti.

Tracklist

1. Atsmm
2. Heads Or Tails
3. Death Baby Chicco
4. The Wolf
5. Trieste
6. Blue Army
7. Harlequin
8. Constellations
9. Slow Motion
10. Fast Forward
11. Manao Tupapau