Resuscitate

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Non è propriamente costume italico pensare ad un gruppo di rock hardcore come uno dei portabandiera della musica nostrana. Eppure i Raw Power sono uno di quei nomi che a livello di rispetto, credibilità e fama, portano alto il nome dell’Italia nel mondo. Nel loro curriculum ci sono tante esibizioni dal vivo in palcoscenici importanti d’oltreoceano, anche al fianco di mostri sacri come Dead Kennedys, D.O.A., Bad Brains e Agnostic Front e soprattutto una discografia assolutamente venerata dagli appassionati ed esperti del genere, compresi molti musicisti attuali che dichiarano apertamente di esser stati influenzati dai Raw Power nel loro percorso artistico. Non poco per un gruppo che viene dall’Emilia Romagna e che da sempre va contro tutti i canoni del benpensare. Ed il 2011 è un anno importante per tutti i fans di questo storico gruppo, attivo da oltre trent’anni, perché segna il loro ritorno sulle scene dopo l’album “Still Screaming” uscito dal 2003. “Resuscitate” è anche il primo lavoro senza Giuseppe Codeluppi, originale membro del gruppo deceduto prematuramente. Ed è un ritorno che fa fuoco e fiamme.

L’album scorre lungo 27 tracce che raramente superano il minuto e mezzo e che puntano decisamente a scuotere l’ascoltatore a suon di riff di chitarra, ritmo velocissimo e voce greve ed arrabbiata. Quest’ultima è di Mauro Codeluppi, che insieme al chitarrista Tommi Prodi dà forma al nucleo storico del gruppo, ora completato dal bassista Marco Massarenti e dal batterista Fabio Ferrari. La qualità ed il talento dei musicisti è innegabile, chiara nel senso musicale dato al lavoro, senza perdersi in troppi assoli o virtuosismi ma riuscendo nella difficile impresa di far suonare il tutto genuinamente hardcore, lontano dai falsi “cattivi ragazzi” del rock dei nostri giorni. I Raw Power invece non sono qui per impressionare ma per portare tanta concretezza con testi a sfondo sociale, ironici, a tratti persino malinconici, su ritmi volutamente old school che paradossalmente risultano più moderni che mai.

L’opener “State Depression” colpisce al cuore e all’anima, toglie tutte le certezze a chi sorride sempre e fa salire adrenalina a tutti gli altri. Poi si passa per l’introspezione rabbiosa di “Diggin’ Through My Brain” , lo sofogo preciso e potente di “Screw Them” o ancora l’ironia di “The Rich Man Sucks and The Poor Man Sucks” e “Vote For Me”. Da segnalare due ottime cover degli Stooges, uno dei gruppi-faro per l’ispirazione dei Raw Power: “I Want To Be Your Dog” e “Raw Power”, omaggiate con rispetto e giusta fantasia. L’unico pezzo che si potrebbe definire radiofonico, più per la durata che per il sound, è “Born Under A Bad Sign”, con tracce di speed e spunti moderni nei vocals a tratti quasi rappati, ma con un’atmosfera interamente legata all’hardcore più puro, legato alla storia dei Raw Power. Impossibile ovviamente parlare di tutti i pezzi, vista la quantità, ma è doveroso citare “What Were You Thinking”, soprattutto per un testo capace di essere delicato ed intenso insieme visto che l’argomento trattato è quello del suicidio, nello specifico quello di una conoscente del gruppo. Bellissima anche la dedica a Giuseppe Codeluppi, “Talked To You Yesterday”, altra dimostrazione di versatilità di un gruppo di artisti capace di unire sensibilità ed umanità all’aggressività di un sound interpretato con talento e passione.

“Resuscitate” non è e non vuole essere un disco fatto per catturare nuovi ascoltatori ed avvicinarli ad un sound che non sentono loro. Ma magari in qualche modo ci riuscirà perché qualcuno, dall’altra parte del diffusore, è ancora alla ricerca di musica autentica, che si ascolta e si sente in tutti i sensi. E per uno scopo del genere, non c’è nessun altro gruppo migliore dei Raw Power. Lunga vita al vero hardcore.