The Leisure Society – The sleeper

Copertina

Poche settimane fa, per la prima volta, sono andato a Londra.
Tutti mi avevano detto che Londra è la capitale della musica, che ci sono interi musei per i musicofili, intere strade solo di negozi di cd e vinili, che la musica la senti ovunque ecc.
Insomma dove se ti piace la musica, puoi diventare anche matto!
E’ tutto vero, tanto che dal mio fine settimana sono tornato a casa, complice una sterlina ai minimi storici, con una ventina di cd e un lettore nuovo di pacca, l’ultimo di casa NAD! ;o)

Questo a voi cosa interessa? Adesso ci arrivo.

Tra le mete imperdibili del viaggio musicomane a Londra c’era il negozio “Rough Trade”.
Negozio storico che dal 1976 esiste e regala ottima musica (metaforicamente parlando. Ovviamente anche a Londra, anche se a meno, i cd li devi comprare!). Negli ultimi anni da questo negozio, come spesso accade in Inghilterra, è nata una casa discografica attenta agli indipendenti, la casa che produce Emiliana Torrini, tra gli altri.

Bene, potevo non andarci?
No.
Infatti ci sono andato.

Tralascio il malore avuto alla vista degli scaffali pieni rasi di cd e vinili, tutti fantasticamente ghiotti ed acquistabili.
Il suddetto negozio segnalava come disco della settimana questo nuovo gruppo.
(devono averne di materiale per potersi permettere di segnalare un cd per una sola settimana!)

“Ubi maior minor cessat”, mi sono detto e l’ho acquistato a scatola chiusa, oltre ad una decina di altri cd più che conosciuti e ricercati negli italici lidi.

Poi, a casa, con calma mi sono messo ad ascoltare questo disco.
Complice il tempaccio di questi giorni in quel di Milano, o forse l’atmosfera onirica che ancora avevo in testa dal rientro…
il disco mi è proprio piaciuto, e tanto.

Il suddetto “The sleeper” è il disco di debutto dei Leisure Society, che sembra vogliano fare le cose proprio per bene.
Fin dal primo ascolto salta alle orecchie la ricchezza dei suoni; tantissimi strumenti, suoni rumori ed orpelli vari tutti molto analogici interessanti e coprenti.
Sembra di ascoltare una vecchia banda più che un moderno gruppo.
Ed infatti una delle idee alla base dei Leisure Society è di concepirsi come ad un grande collettivo dove ognuno ci mette del proprio.
Ecco allora che alla voce solista, si affiancano cori numericamente importanti, gli strumenti si addossano l’uno all’altro arrivando in alcuni casi quasi a saturare lo spazio sonoro.
Penso che potranno rivelarsi molto interessanti anche dal vivo, perchè se sul palco si presenta solo la metà della gente che si sente nel disco, ci possiamo fare una manifestazione tante sono le persone!

Va subito detto che il disco non inventa nulla, non sentirete nuove sonorità o sperimentazioni trascendentali.
Verrete invece buttati dentro agli anni 60 con tutto il loro gioco di melodie, suoni e colori.
Inoltre in breve tempo (a me è bastato un secondo ascolto) la sensazione di già sentito si mescolerà ad un calore, una calma ed una serenità che rapidamente vi pervaderà, facendovi sorridere istintivamente.
(l’effetto è praticamente quello di una canna, ma senza doverla fumare!)

All’inizio non pensavo che avrei dedicato a questo gruppo una recensione intera, si insomma carini, bravini ma niente di trascendentale.
Invece, più i giorni passano e più le canzoni mi restano in testa, più sento la voglia di risentirli e riascoltandoli mi mettono sempre di buon umore.

Vuoi vedere che ho trovato il disco taumaturgico? fosse la volta buona!

Questo è un disco davvero particolare, proprio per la sua superficiale normalità.
Uno di quei dischi che ti ritrovi ad ascoltare più volte di quello che avresti pensato, forse perché non è difficile, impegnativo, forse perché ti ci ritrovi senza troppi problemi o forse perché far sembrare le cose facili, semplici e normali è il lavoro più difficile che ci sia al mondo.

Di solito non mi piace citare altri gruppi per descrivere quello di cui sto parlando, si rischia di finire nella corsa alla citazione più aulica, oppure alla sindrome “figurina” (celo, celo, manca); metà dei gruppi sarà magari sconosciuta ai più, che quindi non capiranno di cosa si stia parlando, oppure si otterrà l’effetto “sono come questi, ma un po’ meno bravi”.
Inoltre a dirla tutta, mi sembra quasi una scorrettezza, una scorciatoia recensire il lavoro di una persona utilizzando lavori già fatti, noti e recensiti precedentemente.
A me di una recensione piace che mi spieghi l’album, usando emozioni e sensazioni che sono patrimonio di tutti, e non di pochi addetti ai lavori.

Bene, dopo tutta questa “tirata”, questa volta contravverrò a questa mia regola per due motivi: il primo perché proprio a detta dello stesso gruppo, loro si rifanno dichiaratamente agli anni 60 ed ai gruppi di quegli anni; secondo perchè la “filippica” sulle citazioni mi ha ricordato di un sito che volevo segnalarvi da tempo.

Allora per la prima e spero ultima volta, iniziamo con gli ingredienti che compongono i Leisure Society, le parti che mi sono venute in mente ascoltandoli:

– I “Kings of Convenience” ma contenti e felici, più caciaroni e meno depressi.
– Un pizzico di “Belle e Sebastian” ma con un po’ più di polifonia e meno monotonia.
– I “Beatles”, ma ovviamente con qualcosa di meno e qualcosa di “Eno” (scusate la facile ironia)
– Una parte di “Simon and Garfunkel”
– Due di “Jethro Tull” e di concetto di orchestra a raccontare una storia
– Una spruzzatina di “Kula Shaker”
– Schitarrare a piacere

Insomma proprio un bel debutto.
Speriamo che continuino perché ho già voglia di sentire dell’altro!

Come dicevo, questo strappo alla regola mi ha fatto venire in mente che da tempo volevo segnalarvi un simpatico ed utile sito.

www.music-map.com

In questo sito, inserendo un artista o un gruppo, si possono vedere in modo “visivo” le sue connessioni, contaminazioni e vicinanze musicali.
Proprio come in una mappa, avrete al centro il vostro artista, tutto intorno i gruppi o artisti a cui si può collegarlo.
Più sono vicini visivamente, e più saranno vicini musicalmente. Questo il concetto che lo governa.
Tutti i nomi che appaiono sono cliccabili, ricreando in questo modo un’altra mappa che ha per origine il nuovo punto cliccato.
A volte l’ho trovato utile per scoprire artisti che non conoscevo, vicini ad altri più noti; altre volte invece mi sono divertito a vedere le improbabili connessioni che legavano un artista ad un altro.

Non andate a cercare i Leisure Society. Non li troverete. Per ora almeno.
(oramai la segnalazione l’avevo fatta e mi sembrava brutto cancellarla!)