Volcano Heat “Black Mood Swings”, recensione

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Basso, chitarra e percussioni. Ecco a voi i Volcano Heat, power trio nato due lustri addietro dall’incontro tra Luca Picchetti (anima Zond), Silvano ‘Gene’ Zamarin (cuore elecro pop dei Lola rent) e Viane; band che torna sulle nostre pagine spinta ancora dagli ardori punk rock di stampo newyorkese, qui innestato tra le piacevoli venature eightees al servizio di un rock che non disdegna aperture dirette ed armoniche.

Un mood danzante, piacevolmente rock and vintage, che trova un naturale habitat tra le note radiofoniche di The way I am, traccia easy punk (…lo so è un orrore parlare di easy punk ) dei Volcano Heat, pronti a raccogliere citazionismi ragionati, posti tra Misfits e Billy Idol (Return to splendor), ponendoli verso i confini perfettibili di Live forever e le cadenze ritmiche di State of Love, in cui la profondità della quattro corde gioca con silenzi e movimenti in grado di invitarci nel giusto groove. Giocando con semplicità e déjà ecu di stampo british, l’ascolto risulta piacevole e godibile, proprio come dimostra l’originale arrangiamento minimal di Plastic World, probabilmente annoverabile tra le migliori tracce del disco marchiato da Satellite Records. Infatti, l’accogliente reiterazione del suono, calmierato da armonie bilanciate e attesi cambi direttivi, ci conduce poi con gradevolezza verso la danzante Another shot, in cui emerge in maniera marcata lo stile Strokes.

Il disco, forse eccessivamente diluito nella sua durata, volta lo sguardo verso l’ottima Destroyer, durante la quale appare impossibile rimanere inermi. Una traccia in “White stripes style”, in cui la band gioca con i suoni divertendosi accelerando prima e cambiando poi.

Il canto terminale è infine raccontato dall’apparente pacatezza iniziale dei People, sonorità legata da un sottile fill rouge all’elettronica degli inizi anni ‘90, qui modulata da filtri vocali, pronti ad implodere verso ritmiche in battere che chiudono l’orizzonte sugli occhi e sui riverberi di Twilight, segno di un disco che arriva mostrando luci ed ombre di un project che ha il dovere di continuare a raccontarsi mostrando però maggiore coesione e coraggio.

Tracklist

1. The way i am
2. Return to splendor
3. Feeding the crow
4. Live forever
5. State of love
6. Another shot
7. Someone else
8. World’s forgotten boys
9. Destroyer
10. People
11. Twilight