Storia della New wave

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1. CHIEDI COS’E’ LA NEW WAVE
La new wave è un movimento culturale e musicale estremamente sfaccettato, ricchissimo di spunti, di indicazioni, di tendenze che hanno traghettato la musica rock, attraverso l’imprescindibile terremoto di riassestamento determinato dal punk, dalla ricchezza policroma ma uniforme dell’arcobaleno dei sixties e dei seventies al macroscopico caleidoscopio di suoni e di umori odierni.

La new wave non è, quindi, un genere ben determinato, ma è uno ‘state of mind’, uno ‘stato d’animo’, in cui artisti e gruppi diversissimi tra loro si riconoscono.
E questa folla di rivoli (a volte semplici rigagnoli, a volte fiumi impetuosi) ha come unico comune denominatore la diretta derivazione dalla caratteristica fondamentale del punk: la semplificazione sintetica dell’approccio musicale.

Ma ciò che nel punk è spesso sintesi rozza e approssimativa (pur se affascinante), nella new wave diventa approccio stilistico cosciente e motivato: il recupero e l’assemblaggio dei più disparati generi musicali (dal progressive al garage, dal rock’n’roll al soul, dalla psichedelia al rhythm and blues, dall’hard al funky) rielaborati in una prodigiosa sintesi che è cosa nuova rispetto al passato per gusto, sensibilità e prospettiva storica.

Temporalmente possiamo inquadrare la new wave in un periodo che va, all’incirca, dal 1977 al 1984: i primi vagiti si intersecano con l’esplosione del fenomeno punk, gli ultimi respiri coincidono da una parte con la nascita dei R.E.M. e degli Smiths (eccellenti fautori di un ritorno più marcato a certe sonorità ‘guitar-oriented’ di matrice ‘sixties’), dall’altra con un sempre più evidente e marcato utilizzo della tecnologia elettronica nell’incisione e nella registrazione dei dischi, fatto che snaturerà la spontaneità della new wave e fornirà un suono eccessivamente plastificato e commerciabile a tanta produzione anche dignitosa.

Per comodità di comprensione abbiamo suddiviso la new wave in tre grandi aree (da non intendersi assolutamente come tre compartimenti stagni): il post-punk, il dark e l’elettronica.