Hyndaco “Starship tubbies”, recensione

Etereo, vintage, elegante, Starship tubbies sembra nutrirsi di questi tre vertici attraverso un album (o forse è meglio parlare di extended played) di 17 minuti per cinque tracce. Tracks narrative e visionarie, qui dominate dalla vocalità di Lorenzo Vitali che, muovendosi attraverso le note della sei corde, lascia lo spazio ad una ben definita sezione ritmica.

Nati nel 2017, gli Hyndaco sembrano non voler concedere un unico punto di appoggio, sviluppando emozioni che dal Dream Pop giungono agli anni ’70, per poi virare su Indie e Psych.

Tra le tracce più interessanti sento di dover porre l’accento su Labber, delicata, narrativa, intensa e piacevolmente immersa nel mondo seventies. Sul medesimo orizzonte espressivo ritroviamo, inoltre, la pacatezza della titletrack che, pur mancando di una reale profondità strutturale, mostra gli intenti di una band che sembra avere le idee ben chiare.

Tracklist

1. Rosalipstick

2. Atlantika

3. Lubber

4 Starship Tubbies

5. Foxtrot