Il wedding Kollektiv “Brodo”, recensione

“Diamo una forma” al Brodo.

Beh come frase iniziale per una recensione non è proprio il massimo. Me ne rendo conto, ma almeno per una volta volevo stravolgere attese e accuratezza per avere un incipit su cui ragionare.

L’estrarre dalla overture Ipersfera Relazionale il “Diamo una forma”, mi ha restituito l’occasione di parlare di questo LP come di un insieme di note pulsati alle quali ho avuto difficoltà a dare forma, etichetta e nome. Chi si accinge, per l’ennesima volta, a sostenere l’inutilità di dare un nome alle cose, può andare oltre… perché categorizzare mi è sempre apparso necessario, non tanto ai fini giudiziali, ma solo e soltanto per sviluppare una bussola personale da condividere con chi da ormai vent’anni sopporta il mio scrivere.

 

 

 

Pertanto, che etichetta possiamo dare a questa nuova release promossa da Peyote Press? Davvero non saprei…altrimenti non mi sarei perso in questa, forse poco utile disgressione. Se dovessi inventare un genere proporrei spokelectro nu-jazz, non solo per l’arte narrativa de L’astronomo, ma anche per le angosce espressive racchiuse in Ciò che resta del fuoco e per le impronte derivative di Sabato 16 giugno, a mio avviso una delle tracce più interessanti. Infatti, più che altrove, l’avvolgente soavità femminea della voce narrante riesce a sposarsi con l’ardita ragionevolezza, sia con un imprinting elettronico su cui giocano spazi funk, sia per i delicati sperimentalismi free jazz.

A chiudere il disco, che merita una particola attenzione, anche grazie allo straordinario lavoro dell’officina del disco (che potete seguire su instagram come officinadeldisco), è A proposito del tuo candore, climax di un’opera tutt’altro che diretta, ma in cui consiglio di entrare piano piano, per poter godere delle su svariate sfumature, scomode e visionarie quanto la cover art, in cui alcuni potrebbero re-incontrare il simbolismo di Vasilij  Kandinskij .