Daniele Guastella: dalla Sicilia al resto del mondo

Pubblicato il 2 Ottobre 2020, “Umani” è il singolo portante di “Homaj”, l’album di Daniele Guastella, artista siciliano che ha improntato tutta la produzione dell’album su collaborazioni provenienti da tutto il mondo.

 L’album è disponibile sul sito ufficiale dell’artista, che non troverete nella sua integrità sui digital store ma che diventa un vero e proprio scrigno nella sua forma fisica.

“In un mondo dilaniato dall’odio e dai muri che dividono gli uomini, ponendoli sempre l’uno contro l’altro in nome di presunte differenze, esiste un’unica certezza: apparteniamo tutti a un’unica razza, quella umana”. È ciò che ha dichiarato Daniele Guastella presentando il suo nuovo singolo accompagnato dal videoclip in cui hanno contribuito, per un brano in quattro lingue, il cantante egiziano Ahmed Elgeretli, Anita Vitale e Mario Incudine.

Ciao Daniele e benvenuto. Un album che rappresenta il tuo modo di vedere la musica?
Ciao e grazie per questa intervista. Ovviamente si, rappresenta un po’ tutto il mio mondo musicale, e come potete notare è molto variopinto e ricco di influenze diverse. Sonorità che spaziano dal Pop al Rock alla World music.

Nel tuo ci sono canzoni che richiamano a temi sociali. Quindi la funzione della canzone è prettamente sociale per le tue produzioni?
Diciamo che, assieme ai miei collaboratori, abbiamo spesso affrontato temi sociali. I miei tre album sono costellati da canzoni con varie tematiche, e spesso ho toccato argomenti verso i quali sono particolarmente sensibile: la giustizia sociale, il razzismo, la lotta alla mafia, l’amore universale, la guerra…
Credo che attraverso le canzoni si possano dire infinite cose, a prescindere dallo stile, dal linguaggio, dal tempo in cui viviamo. Naturalmente, accanto a questi brani, vi sono anche canzoni molto leggere, che parlano d’amore, di vita quotidiana ecc… e che assumono sicuramente una connotazione più intimistica.

L’album è uscito in doppia versione. Su Spotify & co. nella versione divisa per volumi mentre in copia fisica nella sua integrità. Quasi una versione Gold per chi ha apprezzato le tue canzoni?
Si. Faccio ancora parte di quella generazione che, il più delle volte, ascolta ancora la musica su supporto fisico, che compra ancora qualche disco quando può. Per me, realizzare un lavoro discografico, significa anche e soprattutto questo. Raccogliere un insieme di canzoni all’interno di un CD fisico, dare la possibilità a chi ha ancora questa gioia di gustarsi un album nella sua interezza, per assaporarne l’essenza e sentire l’odore della copertina di cartone, come quello di un libro fatto di carta!
Detto ciò, la versione Gold è stata anche un “premio” per chi mi ha aiutato a realizzare questo disco, visto che una parte di esso è stata finanziata da un crowdfunding promosso sui miei social, e ho voluto mandare ad ognuno dei miei sostenitori una copia autografata dell’album più alcuni gadget. Il secondo volume dell’album su piattaforma, uscirà prossimamente e racchiude altre 8 canzoni di estrazione latin.

Fare dischi “fisici” e contemporaneamente proporla gratuitamente sui digital store. Non ti sembra un controsenso visto anche i risultati fallimentari per il sostegno alla creatività artistica?

In effetti si, lo è, ma è anche vero che se oggi non “carichi” la tua musica sulle piattaforme digitali, non sei al passo con i tempi e sei più facilmente fuori dai giochi. Purtroppo è il sistema che ormai si è ridotto a questa immensa e assurda regalia del prodotto discografico. Le grandi case discografiche hanno fatto di tutto per togliere ogni valore alla musica, producendo dischi che costano tanti soldi, e dando allo stesso tempo, un prodotto che in altre epoche aveva un effettivo valore, gratuitamente a tutti.
Nel caso degli artisti più importanti, quelli che fanno i numeri e che hanno importante seguito, essi hanno certamente la possibilità di rifarsi con una tourneè o con il passaggio continuo in radio, tv e con i downloads digitali. Nel caso di chi, come me, è un indipendente e cerca di auto-produrre un lavoro importante e costoso come quello di HOMAJ, allora è sicuramente un vuoto a perdere. Non c’è ritorno, se non in piccola parte, si produce per il gusto di portare avanti un progetto nel quale si crede fermamente, con la speranza di raccogliere i frutti dopo tanti sacrifici. Ma è sempre più dura.

Il tuo album come i tanti del 2020, ha risentito dell’apocalisse arrivata a chi vive facendo arte. Quali saranno i tuoi prossimi passi per rivitalizzare un album che sinora è stato possibile ascoltare sul web e acquistandolo dal tuo sito ufficiale?
Ne ha risentito eccome. Stavamo programmando una bella uscita. Due concerti di presentazione in altrettanti teatri, un’ospitata alla prestigiosa Sagra del Mandorlo in Fiore di Agrigento, un concerto in Costa Azzurra, vicino Nizza, un altro in Moldavia all’interno del festival Faces of Friends di Cahul, e sicuramente si sarebbero aperte altre possibilità.
E poi…niente…sappiamo com’è andata. Non ci siamo scoraggiati e abbiamo lanciato ben tre singoli dopo la sua uscita. Ho cercato di portare l’interesse su un disco che contiene “tanta roba”, che ha visto collaborazioni illustri, che racchiude 4 anni della mia vita, che è costato tanta fatica e che ospita al suo interno artisti di ben 13 paesi del mondo.
Da pochi giorni è uscito il singolo più importante assieme ad “Eroi”, il suo titolo è “UMANI” e devo dire che sta catalizzando l’attenzione di moltissime persone che lo hanno ascoltato, apprezzato e condiviso. Essendo “HOMAJ” un disco così ricco di canzoni, penso che potrà avere una lunga vita discografica e che potrà ancora essere scoperto da tante persone che lo vorranno ascoltare. Il prossimo passo sarà quello di fare uscire il secondo volume sul digitale, in inverno, e magari tentare un altro singolo promozionato nell’America Latina.

Torniamo al disco. “Homaj”, umani, parla di umanità. Quali sono stati gli episodi che hanno ispirato la creazione di questo album?
Avete detto bene: episodi…Tutti i viaggi in musica che ho fatto nella mia vita, tutti gli incontri con artisti di mezzo mondo, tutti i festival, i concerti, le esperienze artistiche che ho avuto la fortuna di realizzare tra il 2000 e il 2017, mi hanno fatto maturare l’idea di realizzare un lavoro che fosse la sintesi di tutta quella umanità che avevo incontrato lungo il mio cammino, condividendo le mie canzoni con artisti che ho sentito vicini al mio sentire la musica e che ho voluto accanto a me in questo lavoro così particolare.
Ovviamente ho voluto, in questo lavoro, abbracciare argomenti universali di pace, ricerca della giustizia, accoglienza, amore universale, lotta all’omofobia e affiancarli a temi più leggeri. Ho voluto soprattutto giocare con i colori della musica del mondo, assieme a Denis Marino, abbiamo ricercato delle sonorità che ci avvicinassero ai paesi dei nostri ospiti musicali, rendendo HOMAJ così eterogeneo e allo stesso tempo fatto di una sola materia: Musica Pura!

Dove collochi idealmente il tuo album tra le varie pubblicazioni fatte negli anni?
“HOMAJ” è sicuramente la chiusura del cerchio, la fine di questa mia prima parte di esperienza di autore. I miei tre album ufficiali che sono “L’attesa”, “Intanto cammino” e “Homaj” fanno parte dello stesso percorso umano ed artistico della mia persona e in quest’ultimo album ho anche riarrangiato e ricantato canzoni dei primi due dischi, ma sotto forma di duetto. Un auto-omaggio a delle canzoni che mi hanno dato tanto e che continuo ad amare come sempre. Se proprio continuerò a produrre dischi, intraprenderò sicuramente un percorso nuovo, diverso da quello intrapreso finora.

Ultima domanda. Hai pubblicato alcuni singoli di questo album, partendo da “Eroi” che anticipava l’uscita dello stesso e che vedeva la partecipazione di Luca Madonia.
Hai l’idea di far uscire altre singoli accompagnati dal videoclip?
Realizzare un vero e proprio videoclip è sempre qualcosa di impegnativo e talvolta anche costoso. Non so se riuscirò a farne altri ma magari potrei pensare alla realizzazione di un altro lyric-video animato che possa supplire alle immagini riprese dal vivo.
Vedremo… ancora c’è tempo, ancora HOMAJ avrà una lunga vita!