E Ja, Il nuovo singolo, il nuovo progetto di Enzo Anastasio, dal 22 novembre su tutte le piattaforme.

E Ja, il nuovo brano di Enzo Anastasio che incita al buon senso, non solo per il prossimo Santo Natale.
Volete saperne di più? Di seguito, in un racconto aperto, la genesi del brano con aneddoti inediti ed il riflesso umano del prolifico artista napoletano.
P.S.: Astenersi se avete il cuore duro.

(clicca sulla foto per il video musicale)

qui sopra: la copertina del brano E Jà

D: Enzo Anastasio, musicista, insegnante e divulgatore di musica, ti conosciamo da tempo per la tua delicata prepotenza nel forgiare forti messaggi in un “piccolo” pentagramma laddove non risulterebbe possibile farlo. Complimenti, ci puoi spiegare cosa hai dentro che ti spinge ad andare così in fondo all’impossibile e mai prevedibile?
R: Dunque, ci sono vari fattori che mi danno la possibilità di arrivare, come tu dici, lì dove supponiamo sia impossibile ma che poi nella realtà, se lo si vuole veramente, non è mai impossibile.
Perché “E Ja”? Premetto che come molti napoletani anche io tengo la “capa tosta”, quindi cerco sempre di arrivare oltre, laddove possa, talvolta poi comunque mi freno perché può diventare complesso scavalcare confini. Ad ogni modo, in primo luogo vi è il fatto di essere nato a Napoli, questo mi ha sempre aiutato nelle idee, suggerimenti interiori e la ricerca di novità. Come napoletano si riesce sempre a trovare una via d’uscita, fondamentalmente quasi in ogni contesto, sia quando c’è un reale problema sia quando devi suonare e non sai cosa suonare. Un esempio? Se stai lavorando o ragionando con dei musicisti, alla fine ci si trova sempre a suonare il brano di Pino Daniele o la musica napoletana oppure il classico napoletano. L’essere napoletani offre sempre un aiuto in più. Io ho suonato con tanti altri musicisti italiani non campani che dichiarano che noi napoletani abbiamo un cuore diverso, che si avverte, e questo è subito evidente nel momento in cui andiamo a fare musica. Io credo molto a queste “confidenze da palco” poiché sincere inoltre credo molto nel fatto che, essendo cresciuto a Napoli ed avendo ascoltato sin da piccolo la musica napoletana, il sound napoletano, la musica classica napoletana e poiché mio padre scriveva in napoletano testi e musiche (tra l’altro egli scriveva per Franco Ricciardi e vari altri artisti partenopei), questa cosa mi ha consentito di “avvertire” il sound della musica napoletana, l’aria profumata di note dei vicoletti di Napoli, delle piazze, ed ecco il “mio soul” che è nel “mio fare musica”. Ma non solo, in famiglia c’era mio zio batterista, già, anche lui musicista ma che, oltre che Pino Daniele, ascoltava la musica americana, ascoltava Gino Vannelli, David Sanborn, Eric Marienthal, gli Uzeb, per citarne alcuni, ecco, probabilmente dalla fusione di queste sonorità di queste due diverse influenze, che ascoltavo ogni giorno, è venuta fuori la mia personale anima musicale che molti mi attribuiscono. E’ un suono che spazia dallo stile moderno americano e si fonde sulle fibre del cuore napoletano. Credo sia stata questa la mia fortuna e quella marcia in più per arrivare con la musica, qui dove sono e forse hai ragione tu, al sogno impossibile.


D: Stavolta il progetto di fine 2023 propone un cast giovanile, con il tema rivolto ad una vivibilità. Napoli che, come tutte le altre grosse città, vive di fenomeni diversi, anche culturalmente, siamo tanti e con diverse visibilità. Con la tua “E Ja” racconti di accomunarsi nel bene e per tutti, tu cosa pensi? Ce la possiamo fare? Tutti insieme, ovviamente, saranno sicuramente tanti “E Ja” e Napoli vincerà con la tua musica?
R: Voglio sottolineare che nel lavoro, inteso come progetti musicali, ovvero le cose che realizzo, un grande e concreto aiuto me lo hanno sempre dato i ragazzi con i quali io praticamente ogni giorno lavoro, non soltanto dai Salesiani alla Doganella dove io ho iniziato. Li nella realtà ero prima di tutto l’educatore poi l’insegnante. Contemporaneamente ho insegnato nelle scuole statali, nei licei musicali e adesso da svariati anni ai Salesiani di Caserta dove abbiamo messo insieme una orchestra di circa 60 elementi in funzione anche di un naturale turn-over. E’ appunto questo, crescere con i ragazzi mi ha sempre dato una spinta riuscire a portarli in giro, fargli conoscere il mio mondo musicale, uno studio di registrazione. Anche durante il periodo della pandemia, con le opportune cautele, siamo stati nel club Nevermind di Napoli, li facemmo un concerto in streaming con ospiti del calibro di Monica Sarnelli, Aurelio Fierro e con altri, Bene, i ragazzi accompagnavano questi artisti finanche l’apertura al concerto di Ornella Vanoni (Settembre al Borgo a Caserta).

D: Sei stato capace di proporre, un paio di anni addietro, a Santa Chiara di Napoli, nel bellissimo progetto “Don Bosco is coming to Orchestra“, i tuoi “orchestranti” che hanno realizzato un sogno, tuo ma anche dei loro genitori, alla presenza del Sindaco di Napoli, ma soprattutto fu loro la grossa impresa. 65 elementi musicali con una età circa dai 7 ai 18 anni. Fu anche li un pomeriggio prepotente (anche grazie ai monaci Francescani di Santa Chiara).
R: E’ vero, il concerto al Monastero di Santa Chiara fu una bellissima ed emozionante esperienza in un luogo magico. Ma come raccontavo prima di esperienze ne abbiamo fatte tantissime, non dimentico neanche il concerto con la fanfara dei Carabinieri. Ma di fondo, questo è ben più ampio progetto ed è realmente una grossa esperienza ed opportunità, anche per i vari concorsi internazionali, che hanno fatto per scuole a indirizzo musicale, anche se la scuola dove insegno non è ad indirizzo musicale: i miei sono musicisti che partono dalla prima elementare fino al quinto liceo.
Ma c’è anche un aspetto sociale, molti sono stati i ragazzi coinvolti e che hanno collaborato nell’orchestra, alcuni addirittura erano ragazzi che facevano il Services, davano una mano per il montaggio e lo smontaggio del palco anche nei concorsi che abbiamo fatto.


D: Come si è sviluppato e soprattutto come nasce il tuo brano E Ja?
R: Abbiamo fatto vari concerti con l’orchestra, stavolta sono semplici alunni che hanno studiato con me ed io li ho comunque coinvolti nel videoclip poiché nella registrazione del brano mi sono avvalso di musicisti professionisti quali: Federico Luongo alla chitarra; Cristian Capasso al basso; Carmine De Rosa alla batteria e Toto Allozzi alle tastiere. Il missaggio ed il mastering è stato fatto da Carmine De Rosa nel suo bellissimo studio di registrazione Rimshot Records di Napoli.
In realtà il brano lo avevo scritto circa un anno fa ed era semplicemente strumentale ed era li nelle mie “varie”; circa due mesi fa dopo le tante vicende drammatiche ascoltate dai tg, capitate a Napoli, in Campania, la brutta faccenda del giovane musicista Giovan Battista Cutolo, delle due cuginette di Caivano, di Giulia Tramontano, la coscienza ha urlato e mi ha imposto di scrivere un testo, un messaggio rivolto anche ai molti giovani che io ho incrociato durante il mio percorso lavorativo e da insegnante. La mia platea è formata dai giovani che tutti incontriamo per strada, le varie “paranze” di ragazzi che fanno guai e che danneggiano, sotto alla Galleria Umberto, quelli che girano in scooter: sono praticamente quelli. Ricordo che nei miei primi anni di insegnamento ho avuto come allievi per la maggior parte giovani disagiati, ragazzi che venivano emarginati dalle scuole perché non avevano famiglia, quello era il contesto tipo. Mi sono sentito subito in obbligo perché, se sei l’educatore, reputi un fallimento anche se solo ascolti queste cose.
Ma gli educatori devono essere necessariamente anche i genitori, i ragazzi, le istituzioni e quindi con leggi opportune.

Questo ho intravisto durante la realizzazione di questa esperienza, un video messaggio di speranza.
Ecco perché “E JA” che potrei tradurre in: Diamoci da fare, Smettiamola, Facciamo qualcosa di buono, Andiamo a scuola. Si, perché molti ragazzi non la frequentano neanche la scuola.
In un primo momento non pensavo di dover cantare personalmente il brano, poi, la registrazione della mia voce guida mi ha convinto ed ho capito e deciso di cantarla io (tra l’altro da ragazzino mi piaceva cantare) e quindi ecco questa cosa inusuale rispetto al mio ultimo percorso.


D: Un brano dal forte messaggio, cosa ti aspetti accada ora? Come poterlo impiegare al meglio?
R: Sono fortemente convinto e non perché sia mio, che il brano vada condiviso, sappiamo quanto sia importante oggi la condivisione, il veicolare, far arrivare il messaggio ai giovani ed agli adulti, a chi sa ascoltare, soprattutto. Ad oggi, io ho alimentato la mia condivisione in varie scuole che hanno già aderito al mio racconto. Porto il videoclip, la mia testimonianza, ed ho pensato di estendere in tutte le scuole la possibilità di parlare del brano, del messaggio, della mia esperienza da insegnante e della mia esperienza di musicista e formatore, in queste sessioni racconterò poi anche di alcuni aneddoti dei ragazzi e poi magari auspico un dibattito con delle domande da parte degli intervenuti.
Immagino questi contesti, come momenti di confronto, ovviamente gratuiti, possano essere momenti importanti per tutti. Sarà ogni giorno un bel confronto.

qui sopra: Enzo Anastasio – foto da backstage

  • References

Enzo Anastasio: testo, musica, arrangiamenti, produzione artistica, sceneggiatura del videoclip e regia.
Federico Luongo alla chitarra; Cristian Capasso al basso; Carmine De Rosa alla batteria e Toto Allozzi alle tastiere.
Videoclip prodotto dall’ Ing. Pasquale Trotta
Videomaker: Giuseppe Iadonisi
Inoltre:
Le straordinarie partecipazioni: Errico Porzio (Pizzaiolo), Fabio De Caro (Attore) e Marco Ferrigno (Artigiano Presepista);
Ed il coinvolgimento di tantissimi alunni attuali ed ex alunni, che, abbracciato il progetto, hanno recitato per la prima volta nel videoclip.


(Maurizio De Costanzo)