Mauto: il “Tempo migliore” si fa acustico

Nuovo disco, o meglio: nuova versione del suo ultimo disco dal titolo “Il tempo migliore” che si fa interamente acustico di solo piano e voce. Esce dunque “Il tempo migliore – Acustico” questo nuovo progetto del cantautore romano Gianfranco Mauto. Intimità e personalità a nudo in luogo di una produzione più “industriale” e corposa. Le stesse identiche canzoni però riprese live in diretta senza editing e senza rimaneggiamenti. E in aggiunta un singolo nuovo dal titolo “Nero bianco e blu”: liriche inedite di Piero Ciampi che Mauto porta in musica. E anche questo brano lo troviamo in duplice copia: una versione personale ed una in coppia con la splendida Miranda Martino che campeggia anche dentro il video ufficiale. Un lavoro elegante che celebra la verità della canzone d’autore.

Benvenuto a Mauto. Un disco pregiato, forse meno scontato e più ricercato in questa forma che non nella sua versione in studio. Come a dire: in studio è possibile fare ormai qualsiasi cosa. È dal vivo che l’arte raggiunge la sua dimensione umana principale. Cosa ne pensi?

Penso che l’importante sia la sincerità nell’interpretazione e nella realizzazione, e questo deve accadere ovunque, sia in studio che dal vivo. Nel lavoro in studio si possono sicuramente usare delle tecniche e sovra-incisioni che nella registrazione dal vivo non si ha modo di mettere in pratica: l’importante è comunque catturare un’emozione irripetibile e questo inevitabilmente nell’esibizione live ha una magia dirompente…

Quante soluzioni diverse hai messo in scena per questa nuova versione del disco? Quali sono le maggiori differenze espressive?

Una soltanto: quella di cantare e suonare quei brani come sono nati, nudi. Riportarli il più possibile alla loro “verginità”; dare respiro ai silenzi, alle pause, rallentare in alcuni casi il tempo della canzone stessa: tutti elementi che mi hanno riavvicinato in qualche modo al momento iniziale della creazione.

Parliamo del suono… hai ricercato qualcosa in particolare oppure, come sembra in realtà, hai lasciato che questa volta non avesse troppa voce in capitolo nella narrazione?

Ho lasciato che il pianoforte si incastonasse alla voce. Ho cercato volutamente una simbiosi armonica tra le note di accompagnamento e la melodia, per creare un tutt’uno che riempisse lo spazio di un’unico suono…

Miranda Martino e Piero Ciampi. Due colossi che hai avuto l’onore di avere “accanto”. Cosa hai rubato da loro?

Da Ciampi il modo onirico di descrivere la realtà e scendere in modo così poetico nel profondo della nostra umanità; stessa grande lezione che ho appreso da Miranda Martino, interprete ed artista meravigliosa, con una grinta ed una sensibilità immense, cui sarò sempre grato per le emozioni che ha condiviso con me, regalandomi la sua interpretazione.

Pensi che ti cimenterai in futuro nel musicare testi di altri grandi autori?

Non so se capiterà, di certo è stato e sarebbe un grande onore ma anche un grande onere e questo senso di responsabilità nel cimentarsi con l’opera inviata da un artista è un lavoro lungo ed, in qualche modo, doloroso: ma se succederà di nuovo mi farò trovare pronto.