What a wonderful world – Louis armstrong

Premessa

What a wonderful world è una di quelle canzoni che maggiormente sono impresse nella mia memoria non di adulto ma di bambino.

A casa mia infatti è una canzone che risuonava spesso, trovai un vecchio 45 giri che subito colpì la mia curiosità per quel signore di colore in copertina con un sorriso splendente che a prima vista mi sembrava felicissimo. Neanche a dirlo era Luois Armstrong.

Quella copertina accese la mia curiosità e misi il disco sul piatto, poggiai la puntina sui solchi provocando una pioggia di crepitii e iniziai subito ad ascoltare rimanendo rapito dalla musica.

What a wonderful world? Un po’ di contesto.

Quando uscì questa canzone negli stati uniti non c’era un clima che si potesse definire disteso. In tutto il paese era diffusa la lotta per i diritti civili degli afroamericani che portarono ad attentati e omicidi entrati nella storia del secolo scorso. 

La canzone fu scritta nel 1967 da Bob Thiele e George David Weiss e da sempre è legata indissolubilmente alla voce di Louis Armstrong, Malcolm X fu ucciso il 26 febbraio del 1965 e il 7 marzo dello stesso anno ci fu un attacco della polizia presso il ponte Edmund Pettus Bridge ai manifestanti per il diritto al voto ai neri nello stato dell’Alabama, Martin Luther King il 4 aprile del 1968 sarebbe caduto in un attentato, non proprio un periodo che potesse ispirare una canzone simile.

La canzone

What a wonderful world è una canzone innocente, che inneggia alla felicità, in cui non c’è accenno alla sofferenza, in cui gli alberi brillano di verde, dove la meraviglia dell’arcobaleno è sulle facce delle persone e gli amici stringendosi le mani si chiedono come va.

Il testo sembra scritto da un bambino, nel nostro quotidiano attuale tra guerre, pandemie, crisi e disperati che muoiono in mare sembra fuori luogo anche solo pensare di poter scrivere testi così pieni di meraviglia per il mondo che ci circonda.

Ma è davvero così? Io non credo, io credo che invece dovremmo farci ispirare da canzoni del genere, in cui non ci si ferma a parlare di amori spezzati o a schierarsi politicamente. Abbiamo bisogno di canzoni che ci raccontino di come meravigliarci del mondo che ci circonda, che ci distraggano dai cellulari, ci tolgano l’ansia della competizione e ci facciano assaporare le cose semplici tornando con i piedi per terra, ricordandoci che i giorni non sono infiniti e che dobbiamo trovare il bello che ci circonda e goderne, adesso.

La voce di Armstrong fa il resto, graffiante come al solito, quasi roca ma dolcissima con quel vibrato un po’ retrò che la rende iconica, ascoltatela questa canzone, sia nella versione originale che in una delle mille reinterpretazioni, la vostra anima ne trarrà sicuramente giovamento.