Alos

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L’immagine onirica di poter concretizzazione il surrealismo di autori pittorici come Dalì e Magritte, vive attraverso la contorta e fantasiosa arte di Stefania Pedretti. Infatti con la sua nuova creatura, ci troviamo di fronte a personaggi, sogni ed incubi che popolano i dipinti dell’artista, che come nel mondo di Carroll, attraversano lo spazio ed esistono in un percorso inverso. La nostra realtà viene permeata di ricordi indelebili , attraverso la sconosciuta lingua della signorina ?Alos, alter ego della cantante. Dei 13 racconti (non) narrati, ci è dato sapere solo la data e soltanto chi avrà la capacità di chiudere gli occhi ed ascoltare, riuscirà a farsi trasportare nella ciclotimica mente di chi mostra le proprie cicatrici. In questa genuina, ma complessa opera, che tanto sembra voler assomigliare ad un concept album, nascono, vivono e muoiono i sentimenti, grazie ad inquieti fade in e fade out, che come nel più classico degli incubi sfumano una rarefatta realtà.

Il disco può apparire difficile al suo primo ascolto, anche se rispetto al mondo OvO, subentra una rabbia più contenuta e riflessiva, e si tralascia la voglia estrema di improvvisazione. Esiste e persiste comunque, sotto l’ala protettiva di Bar la Muerte, Precordings e Vidalocarecords la voglia di destabilizzare attraverso suoni alla Sonic Youth, come in “Profumo 1994”, oppure con l’uso pizzicato del violoncello in “Aprile 1999”, che riporta alla mente gli schizofrenismi Bjorkiani degli anni 90. “Ricordi indelebili” è costruito su sonorità differenti, metafora di una vita vissuta a ritmiche totalmente dissimili; ritroviamo nel disco cenni di Tribal dance, industrial, d’n’b, free jazz, rumorismo che portano il desiderio presunto di sconfiggere la ridondanza ed l’inquietudine di un’esistenza monotona. Sappiate quindi che, chi si avvicina ad ?Alos avrà le stesse difficoltà del leggere Nietzche…ma che potrà di certo ottenere la medesima soddisfazione nel capire la sua filosofia.

Ma ora cerchiamo di conoscere meglio la diretta interessata con questa breve intervista rilasciata a Music-on-tnt nel mese di Marzo 2006.

• Partiamo, come spesso accade nelle mie interviste, dall’origine del nome. Chi è Alos? Da dove arriva? Cosa rappresenta il punto interrogativo prima del nome?

Ciao ?Alos nasce come performance per accompagnare le mie mostre, ho voluto dare “vita” a una delle donnine che disegno, una donnina che nel suo mondo è bellissima e romantica. Nel suo mondo viene considerata bellissima proprio per le cicatrici che segnano il suo viso, il suo corpo, il suo vissuto e carattere, ma nel nostro mondo le cicatrici non sono segno di bellezza, e così si ritrova ad essere sola…e così ?Alos. In più sono sola sul palco, è il mio progetto solista e così ?Alos; il punto interrogativo perchè in realtà non suono totalmente sola: dj Tonnerre e Mae Starr collaborano con ?Alos. E cosi ?Alos.

2) L’utilizzo di una lingua apolide e totalmente astratta dalla realtà è più un gioco alla Celentano anni 60, capace di introdurre nel pop italiano una lingua anglosassone totalmente improvvisata, o assomiglia più ad una cacofonica necessità narrativa?

Nessuno dei due, io voglio usare la voce come uno strumento, quindi la scelta di non usare le parole, ma usare il suono che creano le lettere. Io uso le lettere abbinandole random, secondo la loro musicalità e la fusione della musica.

3) Quanta voglia di astrazione dalla realtà esiste in questa scelta?

Molta

4) Da dove nasce l’idea di un mondo nascosto in ogni specchio? Ci sono reminiscenze Carrolliane in questa idea?

Nasce da riflessioni sull’estetica, un concetto totalmente soggettivo, con ?Alos, come nei miei quadri, voglio mostrare un altro concetto di bellezza, e cosa è lo specchio se non il più rappresentativo oggetto estetico?

5) I ricordi indelebili (non)raccontati nelle tracce del disco sembrano trasmettere più angoscia che serenità. Se avessi la possibilità di cancellare un ricordo della tua vita artistica, proprio come nel film “Se mi lasci ti cancello” (obbrobriosa traduzione italiana di “Eternal Sunshine of the Spotless Mind” ), cosa sceglieresti?

Davvero? per me molti pezzi del disco sono super sereni e divertenti. Non pensavo di trasmettere anche con ?Alos angoscia. Comunque…io non cancellerei nulla di ciò che ho fatto, vissuto, o provato. Tutti i ricordi sono importanti, anche i più negativi e duri. Non cancellerei mai nulla.

6) Quanto della tua arte pittorica ritroviamo nelle note di questo disco? Come l’arte figurativa riesce a trasformarsi in musica?

Penso che ?Alos fonda le due arti, non so come e in che percentuali si influenzino o fondano insieme, ma avviene.

7) In che modo coesistono in te le tre realtà differenti: OvO, Allun e ?Alos?

non lo so !!!Esistono e basta… Sfogo in ogni progetto una parte di me.

8) Chi è in realtà Stefania Pedretti?

Una persona che ama moltissimo la musica, suonare e cucinare.

9) Perchè si dovrebbe comprare il tuo disco? In che modo si riesce ad avvicinare i profani del genere?

Che ne so io?!!Sono un po’ di parte…Boh? direi perché in questo disco si possono ritrovare canzoni, suoni atmosfere molto differenti fra loro, dal jazz all’elettronica passando dalla musica classica, il tutto fatto con super semplicità ed amore. In più è un’ ottima colonna sonora per quando si prepara la cena!!

10) Quanto reputi importante il contatto diretto con il pubblico durante i live?

Penso che sia tutto. Con ?Alos ho voluto ancor più accrescere questo aspetto. Infatti a fine performance, quando il cibo è pronto, invito una persona del pubblico a condividere con me la cenetta e in più poi giro fra il pubblico per far assaggiare ciò che ho preparato.