“Appunti di Rock 2” Andrea Gozzi, recensione

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Spesso, osservando la mia nutrita biblioteca, mi soffermo a pensare. Vedo, sposto e sfoglio, provando un particolare piacere nel farlo. Un approccio cripto-patologico che si acuisce osservando i colori, i titoli e la collocazione dei volumi.

In questo istante nella sezione dedicata alla musica, tra Il sangue nero di Satana e Metallica e Filosofia, vedo uno dei volumi più interessanti della scorsa stagione: Appunti di rock edito da Edizioni Il Foglio.

Il più delle volte nel (ri)guardare un libro non ne ricordo esattamente il contenuto, ma ricordo con precisione la sensazione che ho provato nel leggerlo e nel recensirlo, esattamente così come mi accade con i dischi che arrivano per poi volare via dalla mia mente. La sensazione di allora fu stupore e piacevolezza, un viaggio che dai Led Zeppelin giungeva ai Nirvana, mostrando contributi scrittori di notevole fattura. Il vuoto (metaforico e… per carità gestibile) che mi lasciò la terminale pagina numero 245, oggi è stato sollevato e riempito dall’inatteso sequel Appunti di Rock 2.

Stesso Editore, stesso curatore (Andrea Gozzi), ma storie diverse.

Il libro, piacevolmente impostato sulla falsariga del precedente, si offre ai lettori con una struttura a capitoli, ancora una volta libera e svincolata da tempi e luoghi, in cui sottilissimi trait d’union forniscono leggere bussole orientative. Questo nuovo capitolo, infatti, articola immagini narrate grazie ad interventi saggistici da leggere con curiosità ed attenzione, partendo dagli Abbey Road Studio fino a giungere agli oscuri margini di Fantoft, in cui il sangue oscuro del black metal ancora scorre silente.
Il percorso voluto dai suoi autori segna interessanti sviluppi interposti tra il gothic degenerato dei Cure, interviste e analisi tecniche, in grado di demolire le identità artistiche (Tom Yorke) di anime inquiete, sempre pronte ad alimentarsi all’ombra di pick up e freatboards.

Un libro, dunque, in grado di raccontare linguaggi sonori eterogenei, posti tra il mondo dei Beatles e quello dei Radiohead