Chaos Conspiracy, “Indie rock makes me sick”, recensione

chaos.jpg

Il nostro viaggio nella Alkemist Fanatik Europe prosegue con la meticolosa scienza del disordine di Indie rock makes me sick dei Chaos Conspiracy, che tornano alle stampe dopo il buon esordio di Out Of Place. Rispetto al debut, la band beneventana offre 11 tracce esclusivamente strumentali; infatti, rispetto al passato, hanno perduto le corde vocali, dedicandosi così, come appare nell’inlay, all’only bass, drums and guitar.

Il disco in digipack offre un poliforme approccio musicale, attraverso titoli di rimando che mostrano il loro lato sarcastico-dileggiante in perfetta disarmonia con il suono vorticoso e possente delle 3 M. Monkey, Murphy e Mod offrono una tracklist capace di viaggiare attraverso le lande del rock in senso più ampio del termine, autodefinito (ironicamente) dal trio come musica terapeutica e di facile ascolto. Infatti il disco inadatto a tutte le orecchie, subisce ancora una forte influenza post hardcore e noise, che sembra essere sempre viva, come del resto la tensione musicale orientata verso un chaos ben organizzato.

Un disco immediato, a tratti lineare, capace di raccogliere ascoltatori dai più svariati generi. Ad aprire il disco è proprio la titletrack, in cui un convincente intro proto stoner, spiana la strada alla batteria di Monkey in overlay e ad un basso ben presente. Si percepisce sin dalle prime battute una sorta di fil rouge che si prodiga a delinearsi tra improvvisi cambi di direzione e note inaspettate, non sempre in perfetta armonia con il tutto. L’impronta sperimentale del combo appare palese in brani come …… e Surf and destroy , tra echi ipno-ossessivi e loop interroti da accenni surfrock. Non mancano poi né polveri drum’n’bass (I.O.R.money), né sentimenti jazz (Noam is my copilot), capaci di impreziosire un disco difficile da definire a parole, ma soggettivamente spiegabile attraverso partiture omogenee, accomodate attorno ad idee ben chiare e magnetiche.

Tra il soft noise ossessivo di 1816 (the number og the gnome) e le ripetizioni sapienti di Timebomb for happy kids, si giunge al falso finale di Broadway bolgie woogie, che anticipa la chiusura del disco posizionata sulle spalle di 22 hours in myhuntington suite, in cui le dita sulla chitarra propongono un intro dolce e ridondante, presto attanagliato dall’insistenza e la caparbietà di sonorità sperimentali ma mai disturbanti, per poi rientrare su i binari indie rock impolverate da tracce sottili di postrock.

Un disco la cui sfida è parzialmente vinta, offrendo una buona dose di tecnicismo e di naturalezza compositiva… anche se l’impressione è quella di poter osare di più.

TRACKLIST
1. Indie Rock Makes Me Sick
2. Surf And Destroy
3. M.O.V.E.
4. 1816 (The Number Of The Gnome)
5. ………
6. Timebomb For Happy Kids
7. I.O.R. Money
8. ………
9. Noam Is My Copilot
10. Broadway Boogie Woogie
11. 22 Hours In My Huntigton Suite