Jimi Hendrix Experience – Jimi Plays Monterey

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Monterey Pop Festival (1967), Woodstock (1969), Isle of Wight (1970).
Sono questi i tre grandi festival che rappresentano ascesa, splendore e caduta del grande movimento giovanile della fine degli anni 60.
Solo pochi artisti sono riusciti a partecipare a tutti e tre gli happening, uno di questi e’ Jimi Hendrix.
Il video di cui andiamo a parlare contiene la sua performance nel primo di questi grandi appuntamenti.

Monterey non e’ importante solo per il flower power. Per Hendrix rappresenta la prima vera apparizione da solista davanti al grande pubblico americano.
Fu Chas Chandler, bassista degli Animals, a scoprire, in un piccolo locale di New York, il chitarrista e a portarlo a Londra dove avrebbe iniziato la sua fulminante carriera. Mancava solo una grande occasione per farlo conoscere anche negli USA.
Monterey e’ dunque un passo importante e Hendrix si carica al massimo. Litiga addirittura, nel backstage, su chi dovra’ salire per primo sul palco con Pete Townshend, finendo a fare i numeri con la chitarra, in piedi su un tavolo: inutile dire che a capitolare e’ il chitarrista degli Who che rimane a bocca aperta davanti al collega.

Il video si apre con un breve montaggio con piccole interviste e frammenti dal vivo (tra cui una “Seargent Pepper’s” al fulmicotone).
Finalmente sia arriva al concerto…
E’ l’amico Brian Jones (dei Rolling Stones) che, arrivato apposta da Londra, presenta la Jimi Hendrix Experience.

Jimi, vistosamente nervoso, attacca con una “Killing Floor”, di Howlin’ Wolf, da togliere il fiato. Spara un’ impressionante raffica dei suoi giochetti dal vivo e si rilassa solo verso il finale, dove il ritmo si fa meno serrato.
Qui, il suono della sua stratocaster, filtrata dai Marshall tirati al massimo, e’, in assoluto, uno dei migliori che siano mai stati da lui registrati.
Prosegue con “Foxy lady”, a cui aggiunge un solo a base di feedback molto diverso da quello di “Are you esperienced?”. Da qui in poi Jimi si sente finalmente a suo agio e tira fuori il meglio di se.

La terza canzone e’ “Like a rolling Stone” di Bob Dylan, dove il chitarrista sfodera le sue fantascientifiche qualita’ ritmiche.
Hendrix ebbe sempre una particolare predilezione per Dylan: la sua versione di “All Along the Watchtower” su “Electric Ladyland” spinse lo stesso cantautore ad affermare che avrebbe voluto egli stesso scriverla in quel modo.
Dopo “Rock me baby” di B.B.King (con meta’ delle parole inventate al momento) arriva una poderosa versione di “Hey Joe”.

Rispetto alla registrazione in studio e ad altre apparizioni dal vivo, a Monterey la canzone sembra… sovralimentata. I coni dei suoi Marshall sembrano sul punto di doversi staccare da un momento all’ altro.
Jimi coglie anche l’occasione per suonare il solo con i…. denti!
Segue “Can you see me?” e “The wind cries Mary”. Il ritmo rallenta, ma solo per prepararsi al gran finale.

Purtroppo nel video manca “Purple haze”, presente invece nella colonna sonora su CD. Probabilmente le immagini non erano di qualita’ sufficiente. Solo una piccola parte e’ stata inserita alla fine della cassetta, mentre scorrono i titoli di coda.
C’e’ invece, completa, “Wild Thing” pezzo di energia pura, veicolo ideale, per il chitarrista, per mostrare tutto quello di cui e’ capace.
La canzone e il concerto terminano con Jimi che immola, in immagini famose, la sua stratocaster bruciandola.

Che dire? Mi azzardo ad affermare che sia una delle migliori registrazioni di Hendrix dal vivo.

Jimi e’ appena entrato nel grande giro ma, per quanto sia ancora acerbo ed ecceda un po’ nella sua teatralita’, imprime una vitalita’ che in seguito fara’ fatica a ritrovare.
Consigliatissima.