Kool & The Gang – Light of worlds, recensione.

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E’ triste constatare come al giorno d’oggi chi fa i dischi è solamente un “produttore” e spesso non ha la minima passione per la musica. E’ un concetto sconsolante e non è un caso che tanti (tra cui il sottoscritto) si ritrovano ad ascoltare quasi esclusivamente dischi degli anni passati. Come “Light Of Worlds” dei Kool & The Gang, gruppo che negli anni 70 godeva di grande fama e successo non solo negli USA. Il lavoro in questione è il più complesso del gruppo, con forti componenti di jazz elettrico ed atmosfera quasi esoterica. Dall’armonia dei fiati del pezzo di apertura “Street Corner Symphony” alla fluidità di “Whiting H. & C.” (due pezzi strumentali) si viene immersi dal calore di un funk non invadente ma vellutato, di classe, non teso a catturare a tutti i costi ma piuttosto a farsi apprezzare lentamente, in tranquillità. “Fruitman” è l’elegante e setoso simbolo della purificazione dell’animo col suo testo portavoce del vegetarianesimo. I vocals sono soavi e curati, capaci di fondersi con una strumentazione apparentemente semplice ma di grande tecnica.

E’ così sulla corale “Rhyme Tyme People” e soprattutto su “Higher Plane”, traccia che decolla di secondo in secondo, fino ad un susseguirsi finale tra fiati e voci veramente emozionante. Un vero trampolino di lancio per uno dei pezzi più importanti dell’epoca (e di sempre), “Summer Madness”, strumentale inno ai piaceri dell’estate che entusiasma col suo crescendo di tastiere, sax e trombe gentilmente sovrapposte su un ritmo trascinato da una batteria vibrante e una chitarrina quasi magica. In un contesto di pace e tranquillità non potrebbe esistere colonna sonora migliore. L’album si chiude con “Here After”, un semi-psichedelico augurio per un mondo più sano. Un mondo che oggi rimpiange gruppi come i Kool & The Gang, artisti capaci di regalarci un album come “Light Of Worlds”, cibo che nutre la mente e l’anima e regala un’ora di completa armonia con la vita.