La prima biografia a fumetti di Bruce Springsteen

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Dopo qualche mese torniamo a parlare di Nicola Pesce Editore, questa volta per una riuscita graphic novel presentata a Lucca Comics 2016. La storia, ispirata alla biografia di Bruce Springsteen, porta il nome di una sua celebre composizione (Spirit in the night) e narra con efficacia espositiva il cammino del Boss attraverso sette capitoli definiti da una suggestiva combinazione di realtà e onirismo.

La storia raccontata da Marco D’angelo ha inizio in New Jersey sul pontile di Asbury Park. Un ideale punto iniziatico che appare metafora esplicita del mondo springsteeniano. Un viaggio cominciato (nel lontano 1978) con l’animo ribelle di un giovane rocker, pronto ad affrontare luci ed ombre di una realtà in cui ha imparato ad orientarsi.

La struttura del fumetto, sin dalle prime pagine, esplicita un linguaggio ed un taglio estetico non troppo lontano da quello tipicamente cinematografico, ponendo i disegni di Fabrizio Di Nicola al centro di questo sentiero on the road, ben cadenzato da messaggi impliciti e riferimenti in stile biopic. Il tratto, tipicamente toon, riesce con le sue linee spesse ed armoniche a dare visività alla sceneggiatura che, proprio come in una sorta di setlist, ricrea momenti significativi di chi è “nato per correre”.
Il lettore, infatti avrà modo di rivivere non solo l’incontro con The big man Clarence Cleamons e le dinamiche relazionali con Little Steven, ma anche le follie, le intuizioni e le sfortune che hanno dato terreno fertile all’arte compositiva di Springsteen.

Il libro, nelle sue 128 pagine, attraverso un’inattesa dinamicità, ci invita a ripercorrere gli esordi di una carriera luminosa, attraverso una dicotomia espressiva, in cui scenari reali e ben connotati si alternano con non luoghi complementari, sino ad un finale aperto che anticipa una curiosa appendice descrittiva. Una sorta di ghost track in cui vengono svelati piccoli segreti di una carriera straordinaria, di certo alimentata da un fitto strato di fan integralisti che, spesso…troppo spesso, non riescono a porsi su di un piano critico reale, rimanendo ancorati ad un ossessione idolatrica che continua a fare le fortune di quel boss nato negli U.S.A.