La sindrome di Kessler” La sindrome di Kessler”, recensione

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Non so con certezza se ancora esista la rubrica Forse non tutti sanno che… inserita all’interno della Settimana Enigmistica, ma nel caso, ciò che scriverò nell’incipit di questa nuova recensione potrebbe benissimo ricordare le pillole manualistiche che apparivano tra un cruciverba e l’altro.

Perché tutto questo?

Perché con un nome ben studiato come La sindrome di Kessler non possiamo tralasciare nulla, perché tralasciando, probabilmente, perderemmo qualche sfumatura del nuovo lavoro di questa interessante band capitolina.

Incipit
Cosa si intende per Sindrome di Kessler? Con sorpresa ho scoperto che rappresenta semplicemente uno scenario “spaziale”, determinato dai cosiddetti detriti orbitali lasciati dall’uomo, come ad esempio frammenti di razzi, liquidi e satellitti in disuso che, aumentando vorticosamente possono causare collisioni e inquietanti effetti a catena.

Il disco
Proprio come i detriti che a grande velocità orbitale si scontrano creando altri elementi fluttuanti, così le note di questo nuovoIn attesa esplodono, si spostano, creano e deflagrano nell’impatto che l’onda sonora sembra voler produrre sin dalla propria overture. Un insieme di brani osservativi, inattesi e per certi versi coraggiosi, in grado di portare il rock verso i confini di grunge e underground, trainando un orizzonte osservativo che spesso si posa sulla sensazione disagiata dell’incomunicabilità.

A dare inizio al disco è un blando ed inatteso rumorismo, subito fagocitato dal mondo alternative rock di Fanfarlo, traccia che nulla ha a che fare con il mondo della indie band londinese, ma al contrario sembra avvicinarsi al rock underground di fine anni’90. Un’emotività descrittiva che viene sorretta da aperture easy e rimandi costruiti, da cui vivono e sopravvivono reminiscenze verdeniane. Un mondo che si schiude al cospetto di un approccio vocale originale e riuscito, nonostante alcune ombre che, a tratti, rimandano alla genuinità evocativa della band. Una struttura iniziale, ricca di cambi direzionali, pronta a mutare pelle sugli intrecci sonori di Litania, inquieta dolcezza descrittiva, in cui i tempi dilatati offrono spazio ad un uso accorto del riffing.

Da qui si riparte per volgere verso nuove osservative Direzioni, che portano con naturalezza verso una Lenta Detonazione delle nuvole, interessante gioco sonoro raccontato da approcci in loop, che ridefiniscono in maniera esclusivamente strumentale un approccio sognante, vissuto come una sorta di bridge sonoro in grado di restituire il sapore di una calmierante essenza evocativa. Ma il viaggio dei L.S.D.K. evolve subito su Sinuose Alterazioni, in grado di ottenere un apice espressivo, in cui il rock incontra il mondo indie, strizzando l’occhio alle aperture di impronta pop.

Tra le tracce più interessanti però sembra emergere Pensieri Cercati, in cui i sentori space fungono da landing reality per evolversi in maniera graduale verso un’impronta distorta, ideale per far sopravvive un songwriting mai banale, proprio come dimostra l’inquietudine delicata di New Day, traccia ideale per raccontare la vera anima della band… ben bilanciata tra i valori emozionali e contenutistici, pronti a riemergere dalle sonorità oniriche della ghost track.

Un disco che, pur avendo subito un processo diluito di gestazione, arriva alle stampe ricco di sensazioni dirette e fluide, che sembrano segnare il sentiero ideale per il secondo capito di una band che promette interessanti “Spiragli”.

Tracklist

1. Fanfarlo
2. Parabola di un desiderio
3. Spiraglio
4. Le direzioni
5. Condizione immune
6. La detonazione delle nuvole
7. Sinuose alterazioni
8. In attesa
9. Pensieri cercati
10. New day