Pressine su malta “Uhu!Uhu!”, recensione

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Ci sono dischi che spesso ci attraggono per la loro forma estetica, per il packaging o semplicemente per il monicker utilizzato. A mio avviso Pressione su Malta rappresenta un esempio brillante di ciò che intendo. Il nome da dare alla propria band è spesso difficile, se si vuole evitare la banalità, concetto di certo lontano dal giovane duo promosso dalla Go Down Records.

Durante una veloce chiacchierata ‘social’, il combo mi ha spiegato che Pressione su Malta è un nome nato da un libro di architettura trovato nella sala prove nonché casa dei nonni del batterista. La pressione sulla Malta è null’altro che un procedimento per creare i mattoni. Ci piaceva questo termine e dato il genere un po’ grezzo e pressante, abbiamo pensato fosse un nome adeguato.

Un suono distorto definisce la partenza dei loro motori, escono dal “garage” mostrando canini punk e cambi mid-tempo cuciti alle cornici di un riuscito pseudo stoner, lineare e semplice nel proprio andamento, proprio come dimostra l’ ottimo incipit di un extended played in grado di spingere sull’acceleratore. Impossibile rimanere inermi nei reiterati passaggi granulari della traccia introduttiva, pronta a spegnersi con improvvisa docilità verso un fade out distorto, per poi riassestarsi nel ventre retrò di Marysun e I can’t, tracce basate su di una percezione perduta, ma dettata da un’impeccabile sezione ritmica, in grado di dare i giusti risvolti ai filtri vocali del front man.

L’album, raccolto attorno a strutture sonore che richiamano sentori sabbathiani anni’70, importano sguardi lontani in favore di strutture sonore ridondanti e visionarie che non possono certo lasciare inermi i fan del mondo creato da Ozzy e Iommi.

Se poi con You Can Put It Down qualcosa non va per il verso giusto, si torna al giusto sentiero con i battiti cardiaci di Fedd me, in cui i classici stop and go lasciano i silenti spazi emotivi per ricostruire un mondo cementato da Move on reale anthem espressiva della band.
Un percorso sonoro credibile, in cui il punk rock emerge portando con sé tratti easy (fortunatamente) sgrossati da interventi sonori pronti a limarne la facilità.

A chiudere l’ottimo disco è infine la disturbante ghost track, folle e disarticolata, in cui il mondo e le idee dei Pressione su Malta si liberano dalle grate per giocare in maniera liberatoria.

Tracklist

Jesus Christ
MarySun
I Can’t
You Can Put It Down
Feed Me
Move On
…ghost track