Sadat X – Brand New Bein’

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http://www.youtube.com/watch?v=qmx47xLIY4M

Nella virtuale classifica dei gruppi più influenti nella storia dell’Hip-Hop, i Brand Nubian occupano certamente un posto nella top ten. Impostisi al pubblico a fine anni 80, nel pieno dell’afrocentrismo newyorkese, il gruppo aveva la sua forza nell’equilibrio dei suoi tre rappers: il leader carismatico, il veterano Grand Puba, con il suo stile “easy going” ed un evidente lato danzereccio seppur incorporato in un fenomenale flow, il più coscienzioso Lord Jamar, che rappresentava la parte politica ed arrabbiata con le sue rime in stile classico molto vicine alle idee della Nation of Islam, ed infine il poliedrico liricista Sadat X, che si distingueva subito per la sua voce nasale e per le sue rime dalla tecnica ricercatissima, spesso fuori dagli schemi perchè in grado di gestire off-tempo e on-tempo anche nell’arco dello stesso verso. “One For All” è uno dei grandi classici di questa musica ed una pietra miliare che rimane nel tempo ma guai a sottovalutare i loro lavori successivi, anche durante la parentesi in cui Grand Puba lasciò momentaneamente il gruppo e si virò decisamente verso un sound ed uno stile più aggressivo nel magistrale (e sottovalutato) “In God We Trust”.

Pur rimanendo sempre in buoni rapporti, i tre hanno dato più importanza alle rispettive carriere solistiche mantenendo sempre alta l’asticella della qualità nel corso dei due decenni abbondanti di attività. Ed è nell’arco di questi ultimi anni in cui sono spesso i veterani a dare nuova linfa all’Hip-Hop che Sadat X ha trovato una vena d’ispirazione che lo ha reso estremamente profilico e lo ha portato nuovamente in testa alle classifiche di gradimento di puristi e vecchi appassionati. “Brand New Bein'” è il suo terzo album negli ultimi cinque anni e dal titolo, che gioca con l’assonanza con Brand Nubian, si intuisce che questo è il disco che traccia il percorso della sua carriera.

In realtà, si tratta di un lavoro realizzato interamente in collaborazione con DJ JS-One, il quale, pur producendo tutti i pezzi, fungere da dee-jay ed addirittura pubblicare l’album per la sua casa di produzione, ha il buongusto di non aggiungere il suo nome a quello del rapper solo per ottenere un pò di fama in più. Ma se il disco fosse uscito sotto il nome di Sadat X & DJ JS-One non ci sarebbe stato assolutamente nulla da ridire, anche perchè la produzione dell’album è di quelle che fanno fare il salto di qualità al prodotto, in stile classico, puro “boom-bap” senza concessioni al commerciale o ai palinsesti radiofonici ed in più con scratch in abbondanza, un’usanza che speriamo torni definitivamente in voga.

Ad aprire l’album il remake di “All For One”, classico dei Brand Nubian qui interpretato dal solo Sadat con una base praticamente identica all’originale del 1990 ancora incredibilmente attuale, così come il flow del rapper che appare subito nella forma dei giorni migliori. In un incontro di vecchie glorie che hanno ancora molto da dire, c’è CL Smooth ad impreziosire “Nothing”, costruita su una base fatta di fiati e riff di chitarra e su un sample della voce di Krs-One che fa sempre funzionare alla grande un ritornello. L’incontro tra i due stili dei rappers è un’occasione per confrontare due tecniche sopraffine che hanno camminato parallele illuminando la scena per molti anni e che finalmente hanno modo di incontrarsi. Al contrario su “Go Slow”, ad illuminare sono le voci nuove di Jak D e Twan. Introdotti dal verso di Sadat X che fa un’analisi spietata della scena attuale e da un ritornello raggamuffin, i due fanno sperare in un futuro roseo con le loro rime micidiali e potenti. In “Blow Up Da Spot” fa la sua apparizione in carne ed ossa KRS-One, il quale spiega perchè non sia ancora ora di ritirarsi e lo fa alla grande, con uno dei suoi migliori versi degli ultimi anni seguito da Sadat X che sfodera il meglio per non sfigurare. La base “old school” vede il ritornello dal rumorista d’eccellenza dell’Hip-Hop, Rahzel, sempre stupefacente nell’esecuzione vocale degli scratch. Segue una dichiarazione d’indipendenza e di appartenenza a New York da parte di Sadat X in “The Natural”, autentica lezione di tecnica verbale incorniciata in un’essenziale batteria trascinata dagli scratch che costituiscono il ponte tra un verso e l’altro. Le lezioni e le collaborazioni continuano, prima con “Lyrics” dove il supplente di lusso è un altro veterano, il campione di freestyle Craig G che dimostra ancora una volta di saper anche scrivere eccellenti versi, poi con “Bull’s Eye”, e questa volta è Buckshot ad affiancare alla grande Sadat, anche se a rubare la scena nel pezzo è di nuovo il giovane ed esaltante Jak D.

La parte centrale è quella più nostalgica, con “Goin’ Back” che è un testo che traccia passo per passo gli incontri musicali di Sadat, con citazioni per tutti i suoi eroi/amici. E’ poi la volta della title-track che vede la riunione con i due compari Grand Puba e Lord Jamar, un vero salto nel passato sia nella musica che nell’atmosfera creata dalle rime dei tre che non hanno nulla da invidiare ai tempi d’oro. Anche i nomi nuovi si tuffano nella tradizione nella posse-cut “Unforgettable”, autentico brag rap che non passa mai di moda e rimane il miglior modo per apprezzare la tecnica dei rappers, in questo caso Poison Pen e (ancora vincente) Jak D. Avviandosi verso il finale, Sadat X ritrova anche il suo spirito sociale, mostrato in “Teach The Children”,condivisibile in pieno nel testo, meno nel ritornello a filastrocca che è l’unica nota stonata dell’album. C’è ancora tempo per ospiti che si ascoltano volentieri nel curioso tributo ai videogame “Gamer”, dove a contribuire al microfono sono C-Rayz Walz e Okwerdz “sfidando” una base arricchita da rumori originali presi proprio dai videogiochi. A chiudere definitivamente l’album un’altra classica posse-cut, “Smallest Violin” che vede il ritorno di Craig G e di Jak D, per regalare altri minuti di puro Hip-Hop.

Di sicuro le tante collaborazioni rendono questo album meno personale per Sadat X ma a differenza di molti casi moderni in cui gli ospiti sono studiati a tavolino per incrementare le vendite, in questo caso è invece palese la genuinità della cosa ed il tutto rende solo omaggio ad un modo di interpretare questa musica che è sempre meno frequente. Accanto ad un Sadat X sicuramente maturo nel modo adulto di trattare gli argomenti, pur sempre con tecnica ineccepibile, può far solo piacere avere modo di ascoltare talento dal passato e dal presente, con la certezza che finchè l’Hip-Hop sarà tutelato da certi personaggi, avremo buona musica anche nel futuro.