Shame on youth “Human obsolescence”, recensioni

Se dovessi eleggere il mio disco del mese… probabilmente sceglierei questo Human obsolescence. Nove tracce immerse tra le oscurità del garage-punk, qui trattato attraverso sonorità stoner ed impronte hardcore. L’album, registrato in presa diretta, pone sotto le luci della Go Down Record una band che potrebbe anelare alla storicizzazione, riuscendo a galleggiare in questo mare di musica usa e getta.

Ma di chi sto parlando? Si chiamano Shame on youth, un quartetto giunto a noi da poche settimane con un atteso full lenght.

 

 

 

Un semplice sampler anticipa i battiti di Got No Choice, anthem di un disco sporco e vitale. La traccia introduttiva, spinta da un canto rabbioso e comunicativo, sembra volersi appoggiare a strati distorsivi, ripetizioni e controcanti funzionali. Ma a segnare la via maestra è di certo The show must go wrong, diretta e tagliente, a mio avviso tra le composizioni più interessanti del disco. Infatti, al di là dell’ironia di fondo, la track restituisce un andamento distruttivo e a tratti disturbante, in cui il punk underground viene ammorbidito da guitar solo e chorus.

Non mancano poi striature Noise, pronte ad aprire all’incedere di Seed, da cui emergono ombre HC, armonizzate da passaggi edulcorati e spiriti seventies. Si riparte poi con le note di Mr Crasher, segnata dall’eccessivo utilizzo delle voci secondarie, e da un vero e proprio climax narrativo che fa breccia con A Bunch of Crap (I Don’t Care About). La canzone, straordinaria per attitudine e dinamismo, sembra volersi appoggiare al punk londinese, qui dipinto attraverso una riuscita distorsione disegnata da cromatismi fulminanti.

Sul medesimo livello descrittivo si pone infine Uniform, trainante spacco che, grazie a bilanciati stop and go, silenzi e cambi direttivi, appare funzionale, anche a seguito di un ottimo lavoro alle pelli da parte di  Federico Splendore… tipico esempio di omen nomen.

L’album nascosto dietro al disegno distopico di Tomas Menapace volge verso la conclusione attraverso Premium 9.99 e Demons all right, conferme di un disco che di certo non lascerò nella polvere del dimenticatoio.

 

La tracklist

  1. Got no choice
  2. The show must go wrong
  3. Seed
  4. Crasher
  5. A bunch of crap (j don’t care about)
  6. Uniform
  7. Fluke of faith
  8. Premium 9,99
  9. Demons are right