Trevor and the wolves”Road to nowhere”, recensione

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Trevor è uscito dal mondo Sadist (ma solo momentaneamente) per immergersi nell’oscurità di una nuova foresta popolata la lupi e colori inquieti. Una selva di note arricchite da illustri collaborazioni, sonorità inattese ed un packaging riuscito. Infatti, proprio dallo spirito teutonico-thrash di inizio anni ’90 sembrano trovare ispirazione Eloisa Parodi e Manuel del Bono, abili nel bilanciare alla perfezione una cover art caricaturale, in cui l’ambientazione blackened viene stemperata dal gigantismo umoristico dei tratti fisionomici di un nuovo Trevor.

Ma è ora di entrare nel bosco, spinti dai venti di una tempesta nordica che va a dissolversi nell’immediato riffing di From hell to heaven ice, la cui struttura Ac/Dc mostra gli intenti armonici di una traccia ricca di sfumature, in grado di donare un groove immediato, dentro il quale vivono guitar solo e cambi direzionali. Il sound composito della lunga overture sembra voler delineare un sentiero da percorrere in maniera accorta e attentiva, proprio come accade tra le note di Burn at sunrise, con la quale vi renderete conto di come il death metal dei Sadist sia lontano dalla nuova sfida affrontata dal cantante genovese.

Infatti l’incrocio tra un granulare rock and roll e un’ambientazione selvaggia, rurale e proto-epic va ad allontanarsi dalla comfort zone a cui ci hanno abituato i Sadist. Proprio come dimostra Black Forest, questa avventura solista appare piacevolmente orientata verso un sound intercalato tra un ben delineato hard rock ed un heavy privo di fronzoli, pronto a raccontare viaggi visionari e immagini orrorifiche con la visionaria Bath Numeber 666, probabilmente annoverabile tra i migliori episodi dell’LP. La traccia narrata da una linea vocale acida ed espressiva, ospita nella sua partitura non solo Christian Meyer, ma anche Stefano Cabrera, uno dei quattro vertici dei Gnuquartet, perfetto nel donare con il suo melanconico violoncello un’aurea inquieta e cupa.

Costruito sotto il vigile occhio di Tommy Talamanca, l’album rimane ad alti livelli grazie a strutture evocative (Spiritual Leader), ben intrecciate con animosità Motorhead, e richiami southern (Roadside Motel), in cui i fans dei Samcro possono trovare il proprio habitat ideale posando lo sguardo su backchorus vintage che complimentano il cantato.

Sonorità Angus Young tornano poi sulle note di Wings of fire, esplosivo detonatore funzionale al gran finale di Unforgivable mistake, introdotta con uno spokenword dalle dure zeta del dialetto rossiglionese, pronto a dare apertura al rock terminale di una traccia che mantiene sino all’ultima nota la viva ed intensa verve rock.

TRACKLIST

From Hell To Heaven Ice
Burn At Sunrise
Red Beer
Black Forest
Bath Number 666
Spiritual Leader
Roadside Motel
Wings Of Fire
Lake Sleeping Dragon
Unforgivable Mistake