Fela Kuti – Discografia ragionata – Parte 1 – 1939 / ‘63

Fela Kuti

Non è facile scrivere di Fela Kuti.

Parlare solo della sua musica sarebbe riduttivo. Bisognerebbe piuttosto descrivere la sua instancabile lotta contro i detentori del potere in un paese come la Nigeria, che a seguito di una lunga serie di assassinii e sanguinosi colpi di stato ha conosciuto alcuni tra i governi più corrotti e violenti della storia africana. Oppure si dovrebbe scrivere della sua proposta culturale, ispirata dai padri del Pan-Africanismo come Kwame Nkrumah e tesa a rifondare l’Africa a partire dalle proprie radici, svalutate in secoli di imperialismo culturale da colonizzatori e missionari cristiani e mussulmani, fin da risultare svilite anche agli occhi degli stessi africani.

Sono alcuni tra gli innumerevoli aspetti di una figura fin troppo complessa e contraddittoria, una vera e propria icona sulla quale sono stati scritti una gran quantità di libri. Ma il nostro intento è assai più limitato, volendo rappresentare semplicemente una maneggevole guida all’ascolto della sua imponente opera musicale. Si tratta di oltre 70 album e numerosi singoli, la maggior parte dei quali è stata riproposta su CD a partire dalla sua morte, avvenuta nel 1997. Tuttavia, per meglio comprendere e apprezzare la musica di Fela e delle sue orchestre non si può fare a meno di scoprirne le connessioni con gli eventi della sua vita, che a loro volta sono indissolubilmente intrecciati alla storia post-coloniale del suo paese. E’ dunque solo per coglierne più aspetti che il nostro viaggio musicale, pur volendo essere breve, si srotolerà sullo sfondo turbolento e chiassoso della Nigeria urbana e dell’Africa degli ultimi decenni.

L’inizio della storia

Olufela Olusegun Oludotun Ramsone Kuti, chiamato poi semplicemente Fela, nacque il 15 ottobre del 1939 ad Abeokuta City, circa 100 km a nord di Lagos.

Abeokuta fu fondata all’inizio del XIX° secolo dagli Egba, un sottogruppo dell’etnia Yoruba. Attualmente gli Yoruba sono, assieme agli Igbo e agli Hausa, uno dei principali e più numerosi gruppi etnici della Nigeria. La loro storia è affascinante. Già dai tempi antichi erano organizzati in una sorta di federazione di regni, così articolata che di loro si dice che non esiste gruppo etnico in Africa con più re. Alcuni di questi regni avevano fondato già intorno all’anno 1000 vere e proprie città, le più antiche e popolose di tutta l’Africa sub-sahariana. All’apice della loro civiltà, l’area di influenza degli Yoruba comprendeva i territori della Nigeria sud-occidentale al di sotto del fiume Niger, l’attuale stato del Benin e parte del Togo. Ill loro ricco pantheon religioso, che a partire dal dio Olodumare e dagli spiriti Orisha si intreccia indissolubilmente con le famiglie reali, si riflette nella complessità della struttura sociale e nella ricchezza della loro arte figurativa, che ha prodotto nei secoli alcune delle più straordinarie opere dell’Africa antica.

All’origine soprattutto coltivatori, gli Yoruba conquistarono fama di guerrieri nei secolari conflitti dovuti alle pressioni che subirono da sud, ad opera degli invasori europei, i quali fecero di Yorubaland una delle principali fonti di approviggionamento di schiavi per il nuovo mondo, e dagli Hausa e dai Fulani del nord, determinati a diffondere l’Islam nelle regioni a sud del fiume Niger. Fu verso la metà dell’800 che gli Egba di Abeokuta strinsero un’alleanza con gli inglesi di stanza a Lagos, il principale porto della regione, acconsentendo alla penetrazione dei missionari cristiani e allo stabilirsi di strette e sbilanciate relazioni commerciali in cambio di armi da fuoco e protezione dalle popolazioni rivali. Quell’alleanza sventurata portò la Nigeria ad essere proclamata colonia inglese alla fine dello stesso secolo.

La famiglia di Fela apparteneva all’alta borghesia Egba fortemente occidentalizzata di Abeokuta. Il padre era Israel Oludotun Ramsone Kuti, un pastore anglicano laureato all’Università di Abeokuta che fu il primo presidente dell’Unione degli Insegnanti della Nigeria e tra i fondatori dell’istruzione superiore nel suo paese. La madre, Funmilayo Thomas Ramsone Kuti, doveva essere una figura straordinaria. Prima donna a laurearsi all’Università di Abekouta, fu sempre in prima linea nella lotta per i diritti delle donne in Nigeria, fondò il Nigerian Women’s Union, giocò un ruolo cruciale nella lotta per l’indipendenza e fu confidente del padre del Pan-Africanismo, il primo presidente del Ghana Kwame Nkrumah. Fu anche la prima donna in Nigeria a guidare l’automobile e, grazie alla sua notorietà internazionale, visitò la Russia, la Cina, la Germania dell’Est e molti altri stati del blocco comunista durante la guerra fredda.

Ma le personalità di rilievo nella famiglia di Fela non finiscono qui. Il fratello maggiore di Fela, Olikoye, era medico, fu Ministro della salute sotto il governo di Babangida e ottene importanti riconoscimenti dall’OMS e dall’ONU. Il fratello minore di Fela, Beko, anch’esso medico, fu alla testa dei movimenti di protesta contro diversi dittatori nigeriani – Buhari, Babangida e Abacha – e come dissidente passò numerosi anni in carcere. Wole Soyinka, premio Nobel per la letteratura nel 1986, era cugino e amico di infanzia di Fela. In un simile contesto familiare era normale che anche Fela si sentisse destinato a realizzare grandi cose.

Nonostante le sue convinzioni indipendentiste, fu il padre a spingere Fela a studiare la musica, in particolare quella occidentale, convinto che fosse uno degli elementi importanti nell’educazione di un giovane studente. Fela risvegliò così la sua passione per la musica sin da piccolo, e già a otto anni intratteneva gli ospiti della sua casa borghese suonando il piano.

La scena musicale nigeriana degli anni ’50 era caratterizzata dall’esplosione dell’Highlife, un genere musicale nato dalla fusione della musica per chitarra e voce che si suonava nei bar, la palm-wine music, e la musica da ballo delle orchestre pre-coloniali, che univa elementi melodici e ritmici dei balli europei e afro-cubani. Originario del Ghana, l’Highlife esplose in Nigeria a partire dalla fine degli anni ’40 grazie alle tournée di artisti ghaniani come E.T. Mensah & the Tempos. Da una delle prime orchestre nigeriane di Highlife, quella di Bobby Benson, uscirono i leader della seconda generazione, come Eddie Okonta, Cardinal Rex Lawson e Victor Olaiya.

A metà degli anni ’50 Fela concluse i suoi studi secondari e, assieme al suo compagno J. K. Braimah, entrò a far parte come back vocalist dei Cool Cats di Victor Olaiya, detto anche “the evil genius of highlife”, con i quali rimase per un paio d’anni. L’esperienza con i Cool Cats fece maturare in lui la ferma decisione di divenire musicista, e pur promettendo ai genitori che avrebbe studiato medicina, una volta trasferitosi a Londra si iscrisse al Trinity College of Music invece che all’Università.

Londra

Fela non era certo uno studente modello, e nonostante la sua passione per la musica fosse almeno pari a quella per le donne, si diplomò in ritardo e non certo con voti brillanti. Ma negli anni in cui visse a Londra, a cavallo tra i ’50 e i ’60, assorbì avidamente tutte le principali tendenze della musica nera e afro-americana. Amava il jazz e ascoltava avidamente Frank Sinatra, Charlie Parker, Miles Davis, Herbie Hancock, Clifford Brown e John Coltrane. Di giorno si esercitava con la tromba, mentre di notte frequentava i locali dove si suonava il jazz, come il Ronnie Scott, il Marquee e il Flamingo, aspettando pazientemente la fine dei concerti per potersi unire ad improvvisate e usuali jam sessions notturne.

Nel frattempo anche il suo vecchio amico J.K. Braimah si era trasferito a Londra per studiare legge, e fu con lui che Fela fondò il suo primo gruppo, chiamato prima Highlife Rackers, e subito dopo Koola Lobitos. Il nome Koola Lobitos riflette l’influenza della cultura e della musica cubana sul sound africano dell’epoca, particolarmente marcata nei paesi dell’Africa francofona come il Senegal e la Guinea, e rafforzatasi con il progressivo ottenimento dell’indipendenza, che per la Nigeria arrivò nel 1960. Koola non ha alcun significato, mentre Lobitos in spagnolo vuol dire “piccoli lupi”. In tutto erano una decina. Fela era alla tromba, che nelle orchestre di Highlife era sempre uno degli strumenti protagonisti (sia E.T. Mensah che Victor Olaiya erano trombettisti), Braimah era alla chitarra, Bayo Martins alla batteria e Wole Bocknor al piano. I Koola Lobitos suonavano nei weekend un misto di highlife e jazz per studenti e immigrati africani e caraibici.

A Londra Fela si sposò con Remilekun (Remi) Taylor ed ebbe tre figli, tra cui Femi, il suo primo maschio, che molti anni più tardi avrebbe raccolto l’eredità del padre per diventare il nuovo ambasciatore dell’Afrobeat nel mondo.

Nel 1963, dopo essersi diplomato, Fela tornò in Nigeria con la ferma intenzione di dare il suo contributo nel rivoluzionare la musica moderna del suo paese. Fu in Nigeria che pubblicò i suoi primi dischi con i Koola Lobitos, ed è da qui in poi che il nostro ascolto della musica di Fela può avere inizio.