Mali – viaggio nella musica

Mali K7

Durante il mio soggiorno a Bamako mi sono recato alla sede di Mali K7 nella disperata ricerca di musica registrata su compact disc. Oltre a Mali K7 l’unico negozio della capitale che vende CD legali è Music Land, in avenue Mamadou Konate, dove ho trovato musica del Senegal, della Costa d’Avorio, del Congo, e persino Britney Spears e Madonna, ma nessun CD di musica maliana, solo cassette.

La sede di Mali K7 è una casa a un piano nella polverosa route de Sotuba, a Quinzambougou, un vecchio quartiere residenziale della Bamako coloniale in cui risiedeva l’alta borghesia della capitale. La si riconosce solo per una piccola targa gialla e blu appesa fuori dal cancello, con su scritto “Mali K7 SA – Ali Farka Touré Associé”. Si entra in una stanza in cui alle pareti, dietro una vecchia scrivania, sono appesi vecchi manifesti e un centinaio di copertine di CD differenti. Sui divani in pesante velluto marrone sono seduti un ragazzo e una donna, una djeli sorridente. Nella stanza a fianco si intravede un uomo anziano con una lunga veste azzurra e la barba bianca, che sta sistemando mucchi di cassette sugli scaffali di metallo.

La sede sembra chiusa, ma Ibu convince il vecchio a farci scegliere e comprare qualche CD. Una volta scelti i dischi, il vecchio, con molta calma, compila la ricevuta a mano, scrivendo uno ad uno i titoli degli album scelti. Nel frattempo noi scambiamo quattro chiacchiere e chiediamo consigli musicali alla djeli, poi riusciamo ad entrare nelle stanze del retro, dove sono i sistemi per la duplicazione delle cassette e dei CD e per la stampa delle copertine.

A Bamako imperversa la pirateria, e trovare musica ben registrata su CD originali è quasi impossibile. Gli stessi artisti sono contrari a distribuire la loro musica su CD, un supporto troppo vulnerabile alla duplicazione non autorizzata. Inoltre, a Bamako le cassette originali si trovano ovunque e costano 1000 CFA, circa 1,50 euro, contro i 600 CFA delle cassette pirata, mentre i CD originali costano l’incredibile prezzo di 4.000 o persino 5.000 CFA, ben 8 euro, 5 volte i CD pirata che costano solo 1000 CFA. Per questo i CD originali sono introvabili.

Per strada si incontrano ovunque venditori ambulanti che offrono CD illegali dei maggiori successi musicali maliani, come M’Bemba di Salif Keita, o gli ultimi lavori di Saramba Kouyate e Sekouba Bambino. Ma, oltre al fatto che i CD pirata sono masterizzati malissimo e che, quando si riescono a leggere, la qualità audio è peggiore di quella delle cassette originali, il dato più grave è che il volume di tale commercio illegale si avvicina probabilmente al 90 % dell’intero commercio di musica registrata, sottraendo in tal modo agli artisti e all’industria discografica locale le risorse necessarie al loro stesso sostentamento.

A causa del dilagare del fenomeno della vendita di materiale pirata, Mali K7 ha già bloccato una volta le sue produzioni, nel 2003, e nel 2005 si è fermata nuovamente, assieme a un’altra importante produzione maliana di cassette, Seydoni Mali, per protesta e per l’impossibilità di far lavorare e pagare adeguatamente i propri dipendenti.

Conoscendo la situazione, denunciata ampliamente sul sito di Mali K7, la mia consueta scelta di acquistare soltanto musica legale si era rafforzata anche grazie a una nuova spinta etica. Trovandomi nella sede di Mali K7 ho quindi scelto alcuni CD, pescando autori quasi tutti sconosciuti tra decine di album appesi al muro, o affidandomi ai consigli della djeli, come nel caso di Alou Sam. Di seguito vorrei parlare brevemente di alcuni di quei dischi, che fuori dall’Africa mandengue non si trovano.

Autore : Alou Sam

Titolo: CAN 2002

Brani:

1) Ngollen
2) Wata woye
3) Tagoore
4) Looto
5) Africa
6) CAN 2002
7) Njabboden
8) Findinam
9) Soukabe Mali
10) Gido

Poco più che trent’enne, Alou Sam è uno dei giovani artisti più interessanti della scena musicale maliana. Di origine fulani (peul), l’etnia nomade di pastori che abita tutta la zona del Sahel, dall’Oceano Atlantico fino al Sudan, per la sua tecnica vocale e la lingua che usa può essere denominato il Baba Maal del Mali.

Prodotto da Soya Production assieme a Mali K7, CAN 2002 è il suo terzo disco, registrato dopo un intenso soggiorno a Parigi allo studio Bogolan in occasione dell’edizione del 2002 della Coppa d’Africa delle Nazioni, ospitata quell’anno dal Mali, un evento talmente importante che nello stesso anno anche Neba Solo, Mah Kouyate e Augustin Sery hanno realizzato ciascuno una cassetta intitolata CAN 2002.

Rispetto a certe produzioni africane arrangiate con un eccesso di tastiere elettroniche e batterie sintetiche, il disco di Alou, consigliatomi dalla graziosa djeli seduta sul divano nella sede di Mali K7, è fondamentalmente acustico, pulito ed essenziale. La forza della musica sta nella sua voce bella, potente e carica di feeling, tra il gutturale e il nasale, giocata sui timbri alti ma meno stridente di molte voci senegalesi. Accanto ad Alou ci sono Sayon Sissoko alla chitarra solista, n’goni e basso, Modibo Sidibe alla chitarra e cori, Mamadou Kouyate alla kora, Makan Sissoko al tama, Samba N’Gome al m’balak (sabar), Seyodou Sam ai cori.

I brani spaziano dai ritmi del mbalax (Ngollen, Njabboden) alla atmosfere leggere e ritmate dei malinke di origine senegalese (Tagoore), a brani di mandengue-dance in mid-tempo più tipici della tradizione maliana (Findinam). Tre i brani che a mio avviso esaltano le qualità vocali di Alou Sam: la splendida e imponente Wata Woye, sostenuta dallo straordinario lavoro delle due chitarre acustiche e della kora, Africa, con il suo incedere drammatico, e Gido, che chiude il disco con il suo giro ricorsivo di chitarre e basso.

Un disco da cercare, un artista giovane che meriterebbe di essere distribuito anche al di fuori del Mali.

Autore: Djagawara Saly

Titolo: Wassoulou Siraba

Brani;

1) Wassoulou Sira
2) Kalan
3) Mali Ba
4) Armée
5) Den n’tono
6) Aya Kenkoun
7) Noumou Foll
8) Moulaye
9) Sali Fassa
10) Sarakole

Djagawara Saly, nata Salimata Diakite a Mariya Ferela nella zona di Yordougoula, è una giovane cantante del Wassoulou dalla voce bella e intensa. Trasferitasi a Bamako, sembra che Djagawara sia una delle artiste più richieste nel circuito delle feste e dei concerti privati organizzati dalla comunità del Wassoulou residente nella capitale, un tipo di esibizione che in Mali è più importante dei concerti pubblici.

Wassoulou Siraba è il suo quarto album e il suo secondo per Mali K7. Si tratta inequivocabilmente di Wassoulou-sound, distinguibile da quello di Omou Sangare, la più famosa interprete del genere, solo per qualche sfumatura. La mancanza di originalità, caratteristica peraltro comune a molte artiste del Wassoulou, è forse l’unica pecca di questo album, e fa pensare che quel genere, universalmente noto per il suo saper essere fieramente controcorrente nel panorama della società mandengue, si trovi oggi incagliato nei legacci di una qualche tradizione.

Il disco è comunque molto bello. I musicisti che accompagnano Djagawara Saly sono straordinari, a cominciare da Adama Drame alla chitarra solista e al basso, Kalifa Kone alla chitarra ritmica e al basso, Adama Diarra al djembe, Mamadou Sissoko al tama, Daouda Keita al karignan, Yoro Diallo al kamele n’goni e alla voce, Mama Sissoko allo n’goni ba, Djeneba Dansoko e Hama Sissoko ai cori. Il lavoro infaticabile e creativo soprattutto di chitarra, n’goni e djembe produce un Wassoulou-groove ricco di feeling, più potente e tirato persino di quello della stessa Omou Sangare, che a sua volta conserva però ancora il primato dell’intensità drammatica.

Non so se ci sia posto per un’altra diva del Wassoulou fuori dal Mali. Wassoulou Siraba è un disco piacevole e ricco di energia, ma lo consiglierei solo a chi ama il Wassoulou-sound così tanto che Omou non gli basta.

Autore: Coumba Sidibe

Titolo: Mansa

Brani:
1) Soli
2) Telephone
3) Namarato
4) Mansa
5) Cogoyon
6) Aye Bo Sirala
7) Wele Wele
8) Aye Wili
9) Sandji

Coumba Sidibe è una delle veterane della scena musicale del Wassoulou. Già negli anni 70 era una delle cantanti dell’Orchestre National Instrumental du Mali, forse l’orchestra tradizionale più importante e longeva di tutta l’Africa occidentale. Alla fine degli anni 80 divenne nota come cantante solista a livello internazionale, grazie soprattutto a tre raccolte, una per la Melodie nella serie Mali Stars e due per la Sterns , intitolate The Wassoulou Sound, nelle quali, oltre a lei, erano presenti anche Sali Sidibe, Omou Sangare, Djeneba Diakite, Kagbe Sidibe, Djeneba Seck e Nahawa Doumbia. Pubblicato nel 2001, Mansa dovrebbe essere il suo quarto o quinto album.

Purtroppo Mansa suona senza anima. I brani di Coumba Sidibe contenuti nelle compilation della Sterns erano molto diversi, ed esaltavano la sua voce forte e quasi maschile nell’ambito di un sound aggressivo ma tradizionale. In Mansa il sintetizzatore di Yves Wernert e le sue percussioni elettroniche fanno la parte del leone, ingentilite appena dalla chitarra e dal basso di Kalifa Kone e dal kamale n’goni di Harouna Sidibe. Ai cori ci sono addirittura Ramata Diakite e Adama Yalomba, ma il loro contributo è inutile. La voce solista di Coumba Sidibe è troppo dura e roca, e indurisce ulteriormente un sound freddo e spigoloso che rappresenta forse il peggio del Wassoulou-sound. Peccato.

Autore: Tata Pound

Titolo: Rien ne va plus

Brani:

1) An Baw
2) Rien ne va plus
3) Sabatira
4) Confrontation
5) Jine Jati
6) Jukuroma
tinhtin
7) Tata
8) La part des Enfants

L’hip hop è uno dei generi musicali stranieri che suscitano un diffuso entusiasmo in Africa. Anche in Mali, nonostante il maggior isolamento rispetto ai paesi costieri, esiste una scena hip hop, rappresentata da qualche decina di gruppi, tra i quali i più noti sono senz’altro i Tata Pound e Les Escrocs. Per avere un’idea della produzione rap africana si può cercare la Rough Guide to African Rap o la raccolta Mali Raps – Senegal, Mali & the Gambia, in cui sono presenti entrambi i gruppi citati.

I Tata Pound sono Adama Mamadou Diarra detto Djo Dama, Sidy Soumaoro detto Ramses e Mamadou Dicko detto Dixon, all’epoca della fondazione dei Pound tutti e tre vent’enni, fans di Bob Marley, Tupac e Salif Keita. Le tappe della loro carriera sono una progressione notevole. Nel 1995 vincono il primo premio della Rap House, una manifestazione alla base della fondazione del movimento hip hop maliano. Nel 96 suonano come supporto ai rapper senegalesi Positive Black Soul e nel 99 sono il supporto dei Daara J.

Un anno dopo, nel 2000, pubblicano il loro primo CD, appunto Rien ne va Plus, registrato a Dakar, dai testi impegnati e che vede ospiti Didier Awadi dei Positive Black Soul e il pioniere del rap senegalese Pee Frois. Il disco fu un successo, e il loro secondo, Allah Sonama dell’anno successivo, lo fu ancora di più. Oggi, dopo la pubblicazione del loro terzo disco, Cikan, i Tata Pound sono amati dai giovani maliani e apprezzati in tutta l’Africa Occidentale.