Celeste Caramanna: il nuovo singolo cita Lars von Trier

Forse il brano più sociale e “politico” (in senso alto del termine) o forse anche la canzone più quotidiana che punta l’attenzione su dinamiche che davvero hanno in se la semplicità di un’abitudine. I rapporti umani prima di ogni altra cosa… per Celeste Caramanna il suono, la canzone, la musica a tutto tondo non ha etichette e non vuole avere un colore e una direzione univoca. Con questo terzo capitolo della trilogia “Antropofagico”, si conferma una voce libera da strutture ed etichette e in questo singolo – cantato in italiano come raramente accade nella sua produzione – cita anche il grandissimo Lars von Trier nel suo ultimo video che attinge direttamente dall’immaginario di una grande pellicola come “Dogville”. Siamo tutt’altro che fermi in questo periodo apocalittico…

Terzo capitolo di una trilogia dedica all’uomo. Per te cosa significa l’uomo come individuo, come esperienza, come incontro?
L’uomo per me come individuo significa e rappresenta l’opposto, ovvero il suo contesto, la sua storia, la sua comunità, il suo paese, la sua nazione, tutte le sue influenze ambientali e culturali, è giustamente da tutto questo che nasce l’individuo nel suo concetto unico e singolare, amalgamato nel suo mondo interno… come esperienza, è tutto quello che possiamo realizzare, è nello scambio tra il dare e il ricevere, ma è anche quando mangiamo quella cultura, quella esperienza, vissuta in un’altra realtà, che, una volta incorporata dentro di noi, acquista un’altra forma… non è più la mia, non è più quella di un altro, ma è una terza, quarta, quinta, infinite possibilità… come incontro… non mi ricordo esattamente chi ha scritto su questa cosa, ma ne ricordo bene il senso e diceva: chi mi riconosce come essere umano, è l’altro… quindi, senza l’altro io non mi riconosco… per me questo definisce quanto è fondamentale l’incontro…

La tua carriera sembra fatta più di musica vissuta nel mondo che di singole canzoni riconoscibili. Come dire: di te ho sempre avuto la visione di un suono che girasse il mondo più che fermarsi dentro una forma precisa. Non so se mi sono spiegato…
Mi serve questa immagine… mi si addice in qualche modo… non mi trovo veramente dentro nessuna forma precisa ancora… il mondo gira, io mi sento dentro e giro con lui, il mondo mi porta in tanti spazi diversi, ora si completano, ora sono antagonisti, ora si sovrappongono e non è mai fermo, é sempre dinamico, quindi, quello che tu hai trovato ieri non è più la stessa cosa oggi, io voglio il mio suono così, io voglio la mia musica così, io voglio la mia vita così…

“Antropofagico III” è la summa, forse, di tanti dei tuoi generi che ti hanno contaminato. Ma se dovessi sceglierne uno, su quale punteresti il dito?
Il mio problema è questo, non mi piace l’idea di dover scegliere, non voglio immaginarmi in questa situazione, quindi voglio puntare il dito in questa direzione… adesso mi sento così…

Chissà quanti ti hanno fatto questa domanda. Non possiamo certo evitarla noi: Italia o resto del mondo?
No… io scelgo il mondo… l’Italia è il mondo… l’Italia fa parte di questo mondo, io sono per questa Italia… che ha influenzato il mondo con la sua musica… di nuovo io scelgo il mondo, che porta quello che non siamo ma che possiamo avere, che possiamo vivere, che possiamo mescolare, che possiamo condividere…

Che poi ho come l’impressione che anche questo “Nemo” sia profeta a casa sua… o sbaglio? E se è così… secondo te perché?
Non ti sbagli, tante volte è così… e sul perché, non penso che riesco a darti una spiegazione giusta o logica… ma ti posso dire che per come la vedo io, il perché non è importante… non importa… non dobbiamo cadere in questa trappola, dove possiamo rimanere in un nodo infinito e che non ti porta da nessuna parte… io penso che dobbiamo andare, dobbiamo camminare, dobbiamo cercare, dobbiamo stancarci, in una strada dove tu puoi ritrovarti, lì giustamente dove ti ascoltano, ti riconoscono… questa è la strada… non importa dove sei geograficamente… ora tu sei lì a casa tua, dove sei nato, nel tuo paese, nella tua nazione,… ora sei in un posto in cui non hai mai pensato di stare…