Arcadelt “Arc8”, recensione

Visionari e pittorici; ecco a voi gli Arcadelt, band dedita a sonorità progressive legate alle evoluzioni del genere.

 

 

Il quintetto, accompagnato da GDC Rock Promotion, torna alle stampe con un disco in cui le tastiere vintage confluiscono in passaggi contemporanei e  groove ben definiti, bilanciati e ottimamente prodotti, proprio come dimostra l’avvolgente sound, che con i suoi ricami curati, appare in grado di raccontare le diversificate storie di un riuscito romanzo: Arc8

 

Una voce immediata, immersa in striature neo-prog, da il via al disco promosso da Lizard Records, mostrando sin da subito un’accorta  e ragionata arte narrativa, mossa da note pulite e cambi direttivi che disegnano i contorni dell’iniziale Behind the courtain. Proprio la traccia introduttiva, visionaria e ammaliante, mostra le reali dinamiche della band, legata a sensazioni di inizi anni ’80, qui ridisegnati dalla lunga suite iniziatica, pronta a dare spazio ai tasti bianco neri di Heartbeat, impeccabile composizione docile e poetica, le cui vibrazioni invitano l’astante a fermare quel mondo trainato dalla chiarezza vocale di Pierfrancesco Drago, narratore di un tracciato dai diversificati risvolti emozionali.

 

A dare spazio all’esposizione intervengono poi i sentieri in spoken word di Caledonia, che dimostra ancora una volta come il climax espositivo della band venga raggiunto su lunghe gittate, in grado di esporre la trattazione del soggetto in maniera composita e creativa. Infatti, proprio le diverse pagine di questa Inn of happiness riescono a sviluppare una piccola opera composita, definita al meglio da quella linea di basso che sembra guidare la chitarra di Fabrizio Verzaschi, voce aggiunta all’esposizione musicale. Sul medesimo orizzonte si pone poi il buon riffing di Blood on, caratterizzata da aperture sinfoniche che giungono ad anticipare le aperture apparentemente easy di The Blu side, da cui emergono sensazioni Genesis.

 

Insomma… un disco intriso di un prog allineato ad influssi tutt’altro che puri e vincolati, posti al servizio di un’opera godibile anche da chi, come me, non ha mai apprezzato a dovere il genere.

 

Tracklist:

 

Behind the curtain

The heartbeat

Dogs in chains

Caledonia

Assenze

Blood on

The Blu side