Bobby Soul “Conseguenze del groove”, recensione

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Per noi over 35 nati sotto l’egida della lanterna, il nome di Alberto De Benedetti significa molto di più di quello che un “foresto” può pensare. All’interno delle nostre mura, dalle quali ancora oggi ci sentiamo protetti, abbiamo sempre un occhio di riguardo per i nostri compagni di campanile; così ieri come oggi, nell’underground musicale ritroviamo Alberto, come al magico tempo dei Sensasciou, in versione matura ed evoluta in un alterego ben definito ed ironico: Bobby Soul. Il monicker oramai sinonimo di funk, soul e cantautorato, porta con sè la calda vocalità e alcune sensazioni Blindosbarra che arrivano ad un full lenght realizzato grazie a tutti coloro che hanno condiviso la vita artistica di De Benedetti tra i palchi sparsi nella penisola. Tra le tracce troviamo infatti i Les Gastones, the Knichers, the Bonobos Boracheros…tutti al servizio di 18 tracce 18, figlie della teatralità e delle esperienze pregresse dell’artista.

Ad aprire il lungo tragitto è Conseguenze, non certo tra le migliori tracce dell’album; un buon funky groove che si mescola a sampler ed eccesivi giochi lessicali finendo per perdersi in un andamento monocorde che va fortunatamente a migliorarsi senza troppi ostacoli con Bobby Soul, who the funk do you think you are?,in cui l’aria vintage ci trascina in un dance floor impreziosito da una profondità vocale davvero rara, posta in contraltare alla meravigliosa sonorità femminea. Il ritmo ben calibrato si accompagna ad un piacevole guitar solo che anticipa la malinconia di Gli occhi mezzi veri , da cui partono le good vibration che rimandano al funky dell’ Amore a prima vista.

Tra i brani migliori del full lenght annoveriamo poi la crudeltà cantata con i Les Gastones, in cui l’intimista incipit appoggiato a tasti bianco neri che si fanno bossanova nella maturazione di Freedom, in cui le linee vocali, mai così ammalianti, si abbracciano ad una chitarra pulita che investita dal sevillano clapping hands, porta a termine un nuovo vento in Cornell style.

Non mancano poi sensazioni rootblues (Per chi viene dopo), tra distorsioni a sei corde e anime retro prog (Passo dopo passo), dalla quale riparte la sensazione drum’n’bass di Non è un do ut des, che gioca su ricordi Royale. Si parte e riparte con Ancora e Un’assoluzione, forse tracce meno a fuoco, per poi cambiare vesti nella narrazione di Conseguenza della tetta cosmica , che con la teatralità essenziale definisce un ottimo duetto tra canti e controcanti.

Insomma un disco che raccoglie le polveri diamantate del passato trascorso, raccontato il proprio mondo in maniera partecipe ad attenta, ma che forse non riesce appieno a valicare i limiti che il genere impone.

Tracklist

1. Conseguenze
2. Bobby Soul, who the Funk do you think you are
3. Gli occhi mezzi veri
4. Amore a prima vista
5. Crudele
6. Freedom
7. Stringidenti
8. Per chi viene dopo
9. Passo dopo passo
10.Non è un do ut des
11.Conseguenze della Tetta Cosmica
12.Sesso e Religione
13.Per arrivare a te
14.Stessa Storia
15.Un’assouluzione
16.Ancora
17.L’uomo della porta di servizio
18.Oggi ho visto la tua faccia