Vasco XL 40 anni di canzoni

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Lo dico subito: non sono un fan “contemporaneo”di Vasco Rossi. Sì, certo, lo sono stato, ma solamente sino alle soglie del 1993, quando decisi di osservare il cantautore di Zocca in maniera meno viscerale e più matura. Pertanto non posso certo definirmi oggi un reale aficionado, perché, aldilà dell’irrazionale fastidio che nasce in me al sol sentir parlare di Kom, spesso mi ritrovo infastidito dall’idolatria monotematica, cieca e limitante che spesso i fan di oggi mostrano nei confronti della rocker.
Nonostante tutto, però, ancora oggi mi ritrovo ad ascoltare dischi immortali che hanno accompagnato, e talvolta suggerito, la mia adolescenza, solitamente dettata dai ritmi ben più rudi del mondo speed-death-thrash. Come allora, oggi, sento di trovarmi in una sorta di No mans land, accerchiato da infedeli anti-vasconiani e indefessi ultras dai paraocchi dorati, perché quello che allora fu energica passione, oggi è solamente una (in)voluta, o meglio trasformata, fredda oggettività.

Spinto da questa sensazione ormai radicata in me, ho fortemente voluto recensire questo nuovo volume dedicato a Vasco Rossi: Vasco XL, 40 anni di canzoni, proprio perché, volenti o nolenti, il rocker modenese ha rappresentato (e per molti ancora rappresenta) una voce pensante al servizio di tre generazioni.

Il volume, i cui proventi andranno in beneficenza, racconta nelle sue abbondanti 500 pagine le parole di 40 anni di canzoni, iniziate con la straordinarietà narrativa di …Ma cosa vuoi che sia una canzone e Non siamo mica gli americani, inarrivabile opere creative che ancora oggi rappresentano un reale manifesto generazionale.

176 testi introdotti da un’imperdibile racconto sulla genesi di una delle canzoni più significative dell’intera discografia Siamo solo noi , raccontata attraverso un’analisi sincera e schietta di chi, alla luce dei fatti, ha da decenni rappresentato un punto fermo del pop rock mainstream italiano

Il sentiero, definito in maniera piacevolmente vintage dai testi trascritti e (a tratti) commentati dall’autore stesso, conduce il lettore nella poetica di Vasco Rossi, che da sempre è riuscita a raccontare con semplicità e minimalismo storie che sono appartenute, appartengono e apparterranno ad una coscienza collettiva.

Infatti, proprio attraverso la lettura dei testi, qui gentilmente spogliati delle proprie note, ci si rende conto di come Vasco Rossi sia da sempre riuscito a raccontare storie semplici, arrivando al cuore e alla testa di ognuno di noi. Così tra metafore ardite (Asilo Republic), provocazioni stilistiche (Siamo solo noi) e realismo sincero (E adesso che tocca a me), il libro ripercorre una carriera infinita, che si ha il diritto di amare, odiare o tralasciare come e quando si vuole.